Tutto è partito dalla mozione presentata in consiglio comunale da Aldo Milone, capogruppo in di Prato libera e sicura, per l’intitolazione di una strada del comune di Prato ai caduti delle forze di Polizia. Una proposta che è anche una provocazione, quella di Milone, partita dalla decisione di un comune di Roma di intitolare una strada a Stefano Cucchi, il trentunenne morto in carcere nel 2009, al centro di una delle pagine più oscure della cronaca giudiziaria italiana. “Premetto che i militari dell’Arma che hanno provocato la morte di Stefano Cucchi debbano ricevere la giusta punizione secondo il codice penale – scrive Aldo Milone -. Però trovo anche assurdo e incomprensibile che un Municipio di Roma abbia deciso di intitolare una strada al Cucchi che, è bene ricordare, era uno spacciatore di sostanze stupefacenti e, come si suol dire, un venditore di morte. Un’operazione del genere altera la scala dei valori e diventa un esempio deleterio per le future generazioni”.
“Questo fatto mi ricorda quello di Carlo Giuliani, ammazzato durante il G8 di Genova mentre tentava di lanciare un estintore contro un militare dell’Arma – continua Milone -. A Carlo Giuliani fu addirittura intitolata una sala del Senato della Repubblica. Tra l’altro è bene ricordare che il carabiniere Placanica fu assolto dalla Corte di Giustizia Europea perché aveva agito per legittima difesa. Fatta questa lunga premessa, ho ritenuto e presentato una mozione in consiglio comunale con cui chiedo di intitolare una strada ai caduti delle Forze di Polizia in adempimento di un loro dovere. Questi sono i riconoscimenti che vanno portati come esempio ai nostri giovani e non le morti di Stefano Cucchi o Carlo Giuliani. Altrimenti si lancia un messaggio completamente errato, ovvero chi delinque o tenta di ammazzare un esponente delle Forze di Polizia è meritevole di un riconoscimento a futura memoria. Spero che non ci sia mai un’iniziativa del genere nel consiglio comunale di Prato e che venga approvata la mia mozione che in un certo senso può rappresentare una risposta al Municipio di Roma”.
Immediate le reazioni di Prato in Comune, il nuovo laboratorio che riunisce forze di sinistra come Sinistra Italiana, Rifondazione e Potere al popolo, e dei Giovani democratici di Marco Biagioni, la giovanile del Pd. “Questa uscita in polemica sul caso Cucchi e sulla vicenda Giuliani ci lascia francamente a bocca aperta – afferma Prato in Comune-. Sarebbe comica se non fosse tragica. La tesi è infatti sconcertante: Milone parte da questi due casi per chiedere un’intitolazione toponomastica ai caduti delle forze dell’ordine. Ci stupiamo di quanta poca considerazione egli abbia , conoscendo la sua storia, delle forze dell’ordine medesime: c’è voluto chi chiedeva (a Roma) di ricordare Cucchi e Giuliani per far replicare il nostro con medesima richiesta verso chi ha perso la vita in adempimento del proprio dovere?”.
“Al di là di questo pensiamo che anche a Prato Cucchi e Giuliani dovrebbero essere ricordati, in quanto la loro tragica vicenda ci parla di come dobbiamo tenere alta la guardia affinché si viva in uno stato di diritto – continua Prato in Comune-. Quando era presidente del consiglio comunale Milone impedì un dibattito sui fatti di Genova, nei giorni successivi ai tragici eventi. Questa attenzione su quei temi, distorcendoli, gli torna dopo quasi vent’anni e solo per riprendersi tristemente visibilità”.
“Intitolare una strada ai caduti delle forze dell’ordine? Bene, ma ciò non esclude che se ne possa dedicare una anche alle vittime dello Stato”. Risponde così il segretario dei Giovani Democratici Marco Biagioni. “Milone afferma che sarebbe diseducativo per noi giovani vedere uno spazio pubblico dedicato a uno spacciatore – prosegue Biagioni – Per noi è molto più dannoso che rappresentanti delle istituzioni ci vengano a raccontare che lo Stato può abbandonarci o addirittura ucciderci se commettiamo degli errori. Fino a prova contraria viviamo in un Paese dove lo Stato ha non solo l’obiettivo di punire chi delinque, nel rispetto dei diritti umani, ma soprattutto di aiutarlo e tutelarlo nel reinserimento sociale. Non è con proposte provocatorie o con la contrapposizione tra vittime che si risolve il problema sociale dei troppi cittadini le cui vite sono state strozzate mentre erano assicurate nelle mani dello Stato”.
Per completezza di informazione, si segnala che a Prato c’è già una rotatoria intitolata alle forze dell’ordine uccise in servizio dalla criminalità organizzata: si tratta della rotonda di viale Leonardo Da Vinci davanti alla questura, intitolata il 12 maggio 2015. Inoltre, secondo il regolamento comunale, occorre che siano trascorsi 10 anni dalla morte della persona cui si intenda intitolare uno spazio pubblico.
LS
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