“Credo che nei confronti dell’indagine della procura di Prato ci sia bisogno di un atteggiamento di rispetto e di stima per chi svolge un lavoro complesso: mi auguro che si possa fare chiarezza al più presto. Al tempo stesso, non solo per coerenza verso un principio di garantismo che per il sottoscritto è sempre valido, bisogna evitare calderoni indiscriminati. Se qualcuno ha sbagliato e commesso reati, ne pagherà personalmente le conseguenze. Saranno costoro, eventualmente, a salire sul banco degli imputati e non l’ospedale Santo Stefano o la sanità pratese nel suo complesso”. Lo dice Nicola Ciolini, consigliere regionale Pd e componente della commissione sanità, commentando le notizie relative all’inchiesta sulle analisi “gratuite” al Santo Stefano di Prato dove la procura di Prato sta indagando a vario titolo, per peculato e truffa 44 operatori sanitari, tra medici, infermieri e tecnici. “Certo – spiega Ciolini – questa indagine segue nel breve tempo l’altra inchiesta sui ginecologi che visitavano ‘a nero’, tra l’altro tutti licenziati dalla direzione aziendale solo pochi giorni fa. Nei confronti di medici e operatori sanitari, vorrei solo invitare tutti ad avere uno sguardo severo ma giusto, evitando di criminalizzare un’intera categoria. Tanti utenti dei servizi sanitari hanno l’opportunità ogni giorno di conoscere ed apprezzare il livello di professionalità e competenza della stragrande maggioranza del personale medico, infermieristico e tecnico del nostro ospedale, che in molti settori raggiunge l’eccellenza”. “Chi come il sottoscritto, che in questi anni ha avuto l’opportunità di conoscere anche le altre realtà sanitarie della nostra regione, può testimoniare che a Prato abbiamo un ottimo livello di qualità professionale, sia in termini di cura che di diagnostica e prevenzione. Per questo – conclude Ciolini – evitiamo di sparare nel mucchio, perché faremmo un danno alle persone e, insieme a loro, all’intera sanità pratese”.
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