Matteo Biffoni al Viminale in qualità di delegato Anci all’Immigrazione (l’associazione che riunisce i comuni italiani) per rappresentare la sua preoccupazione e quella dei sindaci rispetto alle “cadute negative in termini di costi sociali che il decreto immigrazione [il decreto legge che porta la firma del ministro dlel’Interno Salvini e che ieri ha ricevuto la fiducia in Senato NdR] rischia di avere sui territori”. L’intervento si è svolto in occasione dell’insediamento del tavolo nazionale di coordinamento presieduto dal sottosegretario Molteni. “Abbiamo chiesto, in particolare, di riconsiderare con attenzione gli emendamenti proposti dall’Anci, che potrebbero evitare tanti problemi, non solo ai sindaci ma anche ai prefetti e quindi allo stesso Ministero – ha spiegato Biffoni -. Gli emendamenti principali sono: prevedere sempre l’assenso del sindaco per l’apertura di strutture di accoglienza, per evitare che le scelte di collocamento delle strutture seguano logiche diverse dalla sostenibilità territoriale; mantenere nello Sprar i richiedenti asilo vulnerabili e i nuclei familiari con minori, perché i costi sociali e assistenziali non ricadano tutti sui sistemi di welfare territoriale”.
Biffoni ha anche evidenziato la preoccupazione dei primi cittadini “in merito ai possibili, ingentissimi, tagli al sistema dell’accoglienza, ed in particolare al Fondo minori e al fondo che finanzia lo Sprar. Se verranno confermate le previsioni che abbiamo potuto leggere nello schema di legge di bilancio – ha continuato Biffoni -, vuol dire che, al di là di ogni diversa dichiarazione, lo Sprar va sostanzialmente a chiudere, essendo le risorse di molto inferiori anche alla potenziale platea di beneficiari previste dall’attuale testo del decreto”.
Contro il decreto legge 4 ottobre 2018 n 113 in materia di immigrazione e sicurezza si sono scagliati anche i Giovani democratici, che hanno dato il via ad una petizione sul sito change.org per portare in Consiglio comunale un ordine del giorno che sospenda il decreto. “Il decreto elimina il permesso di soggiorno per motivi umanitari con l’introduzione di misure sostitutive volte a tagliar fuori molti aventi diritto – si legge nel testo della petizione della giovanile del Pd -; esclude dallo Sprar, ovvero il sistema d’accoglienza ordinario che non produce emergenza e insicurezza, ma autonomia e legalità, i richiedenti asilo, i richiedenti protezione internazionale, i titolari di protezioni complementari, lasciando prive di diritti e tutele queste categorie che siamo per Costituzione in dovere di assistere. Priva della residenza i detentori di permesso di soggiorno per richiesta di asilo e protezione, con il conseguente ostacolo di un legale inserimento lavorativo e sociale sul territorio”. Sono già 375 le firme raccolte.