Dopodomani, venerdì 30 novembre, nella Sala del Cinema del Centro Pecci di Prato, si svolgerà la terza edizione toscana del Forum dell’Economia Circolare, con relatori prestigiosi provenienti da tutta Italia.
La manifestazione è stata presentata stamattina in Palazzo comunale dall’assessore all’Ambiente Filippo Alessi, dal presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza, da Mariarita Cecchini, responsabile Commissione rifiuti Legambiente Toscana e Giuseppe Lotti, docente del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze.
«Dopo l’approvazione del pacchetto di Direttive UE sull’economia circolare nei primi mesi del 2018, il 2019 dovrà caratterizzarsi per la definitiva messa in opera di misure e provvedimenti che rendano finalmente chiare le procedure per la prevenzione rifiuti, il riuso e il riciclo, a partire dall’ end of waste – ha detto il presidente regionale di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza – Dobbiamo avere ben chiaro cosa è un rifiuto e cosa invece una materia prima seconda e dobbiamo vigilare affinché la premialità sancita dall’obbligo dei Criteri Ambientali Minimi nelle gare d’appalto sia davvero rispettata dagli Enti Pubblici, per costruire finalmente il mercato dei prodotti riciclati. Il nuovo pacchetto europeo pone, infatti, tra i suoi obiettivi, il riciclo del 70% degli imballaggi entro il 2030 e del 65% dei rifiuti urbani entro il 2035 e, alla stessa scadenza, un massimo del 10% di rifiuti che possono essere smaltiti in discarica. Da questo presupposto nasce l’esigenza di porre come obiettivo minimo per entrare a far parte dei Comuni Rifiuti Free di Legambiente la soglia di produzione di 75 Kg/ab/anno di secco residuo prodotto (che comprende il secco residuo e la parte di ingombranti non riciclata)».
«Siamo davvero orgogliosi di ospitare e e partecipare all’organizzazione del 3° Forum dell’Economia circolare di Legambiente, perchè il riciclo dei materiali è praticato a Prato già dal Quattrocento ed è quindi nel nostro Dna – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Filippo Alessi – Abbiamo quindi maturato grandi competenze in tema di riuso, ma bisogna far capire che non si tratta solo di incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti, bensì di un pezzo molto importante dell’economia».
Per promuovere in modo pieno e convincente le filiere industriali dell’economia circolare occorrono, ancora, solidi incentivi fiscali (ad esempio abbassando l’IVA) che valorizzino il plus di innovazione, di design e di lavoro ad alto contenuto di conoscenza che queste produzioni rappresentano. Un modo netto e coerente d’indirizzare e orientare il mercato.
Infine, dopo anni in cui la Cina ha soprasseduto sul controllo della qualità dei rifiuti soggetti a riciclo che le inviavamo dall’Europa, siamo alla resa dei conti. La “via della seta” si è interrotta, prevedibilmente, per un sopravvenuto rigore, che ci obbliga anche a ripensare interamente quantità e qualità dei nostri impianti. L’economia circolare si realizza infatti solo con un severo e trasparente vaglio di ogni nodo della filiera, e l’impiantistica del riciclo, entro questo scenario strategico, è fondamentale e ineludibile, a partire da quella che tratta le frazioni organiche, in cui il sistema Italia è oggettivamente più arretrato.
Accanto al foyer della Sala del Cinema saranno anche esposti i lavori degli studenti del Laboratorio di Design per la Sostenibilità del DIDA (Università di Firenze), coordinati dai proff. Giuseppe Lotti e Marco Fioravanti. I giovani designer, partendo dal materiale dei pneumatici fuori uso (PFU), con la collaborazione di Ecopneus e Matrec, hanno profilato scenari di progetto e di realizzazione prototipi, la cui qualità dimostra plasticamente che la sfida della bellezza dei prodotti in materia prima seconda può essere raccolta e vinta senza timidezze.