La posa della prima pietra del sottopasso del Soccorso potrebbe subire uno slittamento sui tempi. A generare il ritardo, la richiesta del comune al Ministero di assoggettare l’opera a Valutazione di impatto ambientale in seguito ai pareri negativi espressi da Asl, Arpat e Autorità di bacino. A preoccupare Arpat e Autorità di bacino è in particolare la questione falda. Dalle relazioni tecniche dei due soggetti competenti in materia ambientale (consultabili sul sito del comune di Prato) sarebbero principalmente tre le perplessità:
- Effetto “diga”. Dall’interramento del tunnel potrebbe scaturire un effetto barriera sulla circolazione delle acque sotterranee. Nel documento di Arpat in questo paragrafo si legge che “la metodologia di verifica sinora adottata [da Anas NdR] , oltre ad avere necessità di delucidazioni, appare eccessivamente speditiva e apparentemente poco rappresentativa delle dinamiche effettive del flusso di falda”.
- Livelli piezometrici. Arpat esprime il dubbio che le operazioni di scavo del tunnel siano portate avanti ad un livello di falda inferiore della soletta inferiore della nuova galleria artificiale. Sostanzialmente, secondo l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, Anas nella progettazione preliminare ha sottostimato il livello della falda, già in fase di innalzamento.
- Inquinanti. Le operazioni di costruzione del tunnel, da come sono state descritte da Anas, non sembrano sufficientemente al riparo dai rischi derivanti dal trasporto e dalla mobilitazione degli inquinanti presenti nel sottosuolo della nostra città, in particolare organoalogenati.
A tutto questo si aggiungono le criticità messe in evidenza da Arpat e Asl relative all’inquinamento atmosferico e acustico degli abitati vicini al cantiere. Dati questi pareri, il comune ha deciso di chiedere la Via al Ministero. “Preferiamo iniziare i lavori 6 mesi più tardi, per il più grande cantiere che la città abbia mai conosciuto – commenta il sindaco Matteo Biffoni -. Noi la Via potevamo non chiederla, non era obbligatoria, potevamo aspettare la fase esecutiva, ma per una questione di trasparenza abbiamo preferito rimetterci subito al Ministero dell’Ambiente”. Anas, sotto la cui competenza la declassata entrerà a far parte dal 19 ottobre, ha rassicurato il Comune che le indagini ambientali richiesta da Arpat e Asl sarebbero comunque state effettuate nell’ambito della progettazione definitiva del tunnel. Dal comune, però, si dà per assodato che qualche mese di ritardo ci sia e, così, appare chiaro che l’apertura del cantiere certo non si svolgerà nell’estate del 2019, come previsto nel cronoprogramma iniziale. Il sindaco Biffoni afferma di non essere “in alcun modo pentito di aver portato avanti il progetto del tunnel per risolvere la strozzatura del Soccorso, piuttosto che tramite un raddoppio in superficie o un viadotto” e che non teme un passo indietro del Governo su questa grande opera pubblica. “Per tornare indietro, il Governo dovrebbe spostare circa 30 milioni di euro, dei totali 46, già stanziati per il sottopasso. A quel punto dovrebbe dare delle spiegazioni e noi saremmo pronti ad una richiesta danni”, specifica Biffoni, che respinge in ogni modo lo scenario secondo il quale il “nodo Soccorso” potrebbe rimanere irrisolto per sempre, se l’attuale Governo – che ha già dimostrato la propria avversione per molte opere pubbliche – decidesse di dare uno stop (a quel punto la declassata sarebbe già nelle mani di Anas, cioè dello Sato, e il Comune non potrebbe fare molto). Intanto oggi è stato inaugurato il primo lotto di complanare, la viabilità alternativa di via Tasso propedeutica allo scavo del tunnel, che da oggi collega via Roma a via del Purgatorio. Entro il 30 novembre saranno completati gli espropri dei capannoni industriali sul secondo lotto della complanare, che metterà in collegamento (a senso unico) via Nenni con via del Purgatorio. I lavori inizieranno alla fine di quest’anno.
Lucrezia Sandri