E’ l’ordinanza firmata ieri dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, lo strumento che permetterà di superare l’emergenza smaltimento fanghi da depurazione civile, originata dal divieto di usarli in agricoltura e da una sentenza del Tar che impedisce il loro trasporto in Lombardia, come avveniva fino a poco tempo fa.
L’ordinanza emessa dal presidente prevede (ai sensi dell’articolo 191 del decreto legislativo 152 del 2006, che permette interventi in caso di eccezionali ed urgenti necessità) un periodo di quattro mesi in cui questi rifiuti speciali dovranno essere accolti in quattro discariche toscane.
Si tratta di quella di Casa Rota a Terranuova Bracciolini, di quella di Gello a Pontedera, della discarica del Cassero a Serravalle Pistoiese e di quella di Scapigliato a Rosignano Marittimo.
Sono tenute ad accogliere ciascuna 1.800 tonnellate al mese di fanghi provenienti dai depuratori civili della Toscana, che producono in media 10.000 tonnellate di fanghi al mese. Il tutto avverrà con un criterio di prossimità, cioè ciascuna discarica accoglierà soltanto i fanghi prodotti dai depuratori collocati nelle aree vicine.
L’ordinanza prevede inoltre che lo smaltimento avvenga “riducendo il più possibile le eventuali pressioni ambientali legate ad emissioni di maleodoranze”.
Nei quattro mesi di validità dell’ordinanza, vista la prescrizione dell’Agenzia regionale per l’ambiente della Toscana richiede ai gestori del servizio idrico integrato (SII) cioè dei depuratori che producono i fanghi, di “dare atto delle misure che i gestori del SII prevedono di mettere in atto o che hanno attuato con riferimento al trattamento dei fanghi finalizzato alla riduzione degli impatti ambientali”. La Regione provvederà quanto prima ad emettere un atto specifico affinché i gestori dei depuratori si dotino di impianti adeguati a pretrattare i fanghi prima che siano smaltiti.
I gestori dovranno quindi inviare mensilmente all’Arpat e alla Direzione ambiente della Regione una relazione in proposito.
Per ciò che riguarda la discarica di Terranuova Bracciolini il conferimento dei fanghi viene posticipato a settembre “per evitare il periodo più critico legato alle alte temperature che possono favorire lo sviluppo di odori molesti”.