Ancora controlli interforze alle attività produttive ad impatto ambientale a Prato: questa volta l’accertamento è stato rivolto nei confronti di una ditta cinese della Querce.
All’interno dell’azienda, in piena attività lavorativa, con 14 dipendenti di cui tre privi di regolare contratto lavorativo, sono stati trovati numerosi macchinari come gommatrici, macchine da taglio, scarnitrici smerigliatrici oltre a macchine da cucire, tutte utilizzate per l’assemblaggio delle numerose borse presenti all’interno del locale.
La ditta infatti riceveva commesse lavorative da parte di un’azienda italiana, dalla quale risultava autorizzata ad assemblare modelli con un noto marchio di moda . All’interno dei locali sono stati rinvenuti numerosi prodotti chimici, necessari per le varie fasi lavorative, quali coloranti per le rifiniture, mastici, colle e diluenti.
L’Arpat ha verificato che per tale ditta non era mai stata richiesta autorizzazione ambientale per le emissioni derivanti dall’utilizzo di tali prodotti nelle varie postazioni di lavoro, dalla cabina di verniciatura e dal forno essiccatore; il Nucleo Ambientale della Polizia Municipale ha accertato che le soluzioni acquose contaminate da prodotto colorante per pelletteria, derivanti dalle attività di lavaggio di alcuni componenti delle gommatrici anziché essere correttamente gestite come rifiuto e pertanto smaltite mediante ditta autorizzata venivano riversate direttamente nel lavandino del bagno per poi da qui finire in pubblica fognatura.
Nel piazzale esterno della ditta sono inoltre stati rinvenuti 22 sacchi al cui interno erano stati conferiti numerosi flaconi di coloranti mescolati a ritagli di pellame e rifiuti urbani quali avanzi di cibo, plastica e carta. La ditta non è stata in grado di dimostrare la gestione di tali rifiuti che dovevano invece essere correttamente differenziati per tipologia per il successivo ritiro da parte di smaltitori.
Il titolare dell’azienda, un cittadino cinese di 37 anni, è stato pertanto denunciato per le numerose violazioni alla normativa ambientale e sono stati pertanto apposti o sigilli all’immobile, contemporaneamente personale dell’ispettorato del lavoro, presente all’intervento, ha provveduto a sospendere l’attività imprenditoriale.