Case-fabbrica, già undici segnalazioni al numero verde attivato dalla Regione


Undici segnalazioni non anonime e circostanziate, di cui sei riguardanti presunte case-fabbrica, sono pervenute nella prima settimana al numero verde 800 017 835 attivato da Regione, Asl e Anci per far emergere il fenomeno dei laboratori clandestini allestiti all’interno di civili abitazioni. Delle 11 segnalazioni, che saranno oggetto di verifica da parte di ispettori del lavoro e polizia municipale, 9 riguardano Prato e 2 l’area fiorentina. L’iniziativa, in accordo con la Procura, è partita dopo la tragedia della Tignamica, dove sono morte due persone in una confezione abusiva allestita in una palazzina. Morti che seguono quelle dei sette operai deceduti nel rogo della Teresa Moda. In occasione dell’anniversario di quella tragedia, in salone consiliare si è tenuto un Tavolo straordinario del Patto lavoro sicuro con tutte le parti coinvolte,a cui hanno partecipato anche alcune associazioni cinesi. Un’occasione per fare il punto sul progetto, voluto dalla Regione Toscana e dal Comune di Prato, che nacque nel 2014 per contrastare l’illegalità e in particolare per far rispettare le norme sulla sicurezza sul lavoro.

Nella prima fase del progetto, dal settembre 2014 al marco 2017, sono state controllate 8.257 aziende di cui oltre la metà a Prato, con una media di 275 al mese. A Prato, dove il 71% delle ditte ispezionate presentava irregolarità, sono stati eliminati 790 dormitori abusivi, 1.211 impianti elettrici fatiscenti e 1.194 macchinari irregolari.
Le sanzioni incassate dalla Asl da parte degli imprenditori cinesi, al primo semestre 2017, ammontavano a 11,7 milioni, una cifra che quasi pareggia l’investimenti di 12,5 milioni fatto dalla Regione per finanziare il progetto e l’assunzione dei 70 ispettori del lavoro.

Nella seconda fase dei controlli, avviata il 1 maggio scorso, sono 1.469 le imprese ispezionate, di cui 902 a Prato. Rispetto alla fase 1 è diminuita da 29,5 a 25,7 la percentuale di regolarità, ma ci sono meno notizie di reato (31,1% rispetto al 69,4%). Negli ultimi sei mesi, rispetto alla prima fase, i dormitori abusivi sono stati trovati solo nel 6% dei casi (prima erano 11,7%) e gli impianti elettrici non a norma nel 5,6% dei casi (11,7% nella fase1).

 

“Dobbiamo sempre ricordare l’obiettivo che ci siamo posti alla nascita del progetto: per Prato non è tollerabile che le persone muoiano sul lavoro a dispregio delle conquiste sociali e sindacali di una città e di un intero Paese – ha sottolineato il sindaco Matteo Biffoni -. Sicuramente non tutto è risolto e molto resta da fare, ma i risultati illustrati oggi e grazie al sostegno della Procura della Repubblica dimostrano che è la strada corretta. Sono state controllate 8.257 imprese, un dato impressionante che non ha eguali su altri territori”.
Il sindaco ribadisce come molto resti da fare: “Comune e Regione stanno mettendo in campo tutte le forze possibili per quanto di competenza. Ovviamente non risolviamo così tutti i problemi, a cominciare da quello dell’evasione fiscale che in Italia è pari a 110 miliardi l’anno e che evidentemente richiede un lavoro specifico di controllo che non può essere fatto solo a livello locale – ha ribadito Biffoni -. Chi però dice che non si fanno controlli efficaci non dice la verità: i dormitori sui luoghi di lavoro sono sempre meno, adesso stiamo aggredendo il fenomeno dei laboratori nelle case private con ogni mezzo possibile e anche se guardiamo i dati dei controlli in tintorie e stamperie vediamo che già solo dall’inizio dell’anno ne sono state controllate oltre 20 solo dalla Polizia Municipale, segno della forte attenzione anche su questi settori”.

 

Il risultato dei controlli è stato illustrato dal Responsabile Renzo Berti: “Con l’inizio della fase 2 registriamo un calo delle notizie di reato e delle irregolarità maggiori, come la presenza di dormitori nei capannoni, ma al contempo si registrano casi di sovraffollamento o presenza di attività lavorative abusive nelle civili abitazioni. Da qui la nascita anche di un numero verde dedicato per ricevere segnalazioni dai cittadini e dare il via a verifiche sulle abitazioni private”.

Un modello, quello del Piano lavoro sicuro, che la Regione Toscana vuole utilizzare per una legge: “Come suggerito anche dal procuratore Nicolosi e come annunciato dal Presidente Rossi stiamo lavorando per rendere strutturale questo tipo di lavoro, creando una legge regionale ad hoc – ha annunciato la consigliera regionale Ilaria Bugetti -. Ci sono i numeri per certificare che si sta facendo un lavoro importante che certamente deve continuare con un investimento sul lungo periodo”.

L’impegno della Regione è stato ribadito anche dal consigliere regionale Nicola Ciolini: “Anche per il 2018 sono state confermate le risorse e si sta avviando la procedura per stabilizzare il personale in forza al servizio di prevenzione, che non a caso ha sede a Prato. Adesso abbiamo davanti la sfida del fenomeno delle case laboratorio che dobbiamo combattere e per il quale devono lavorare insieme comunità italiana e cinese”.

 

A rivolgersi direttamente alla comunità cinese è il vicesindaco Simone Faggi: “Ce lo dobbiamo dire con sincerità ed amicizia, siamo ancora molto indietro. Ribadisco la necessità di un maggior dialogo tra le associazioni cinesi e il nostro territorio, per trovare una sana dialettica sui temi del lavoro, della scuola e anche della gestione dei rifiuti. Il lavoro degli ispettori durerà ancora per anni perché non siamo ancora arrivati a un livello adeguato di virtuosità produttiva – ribadisce Faggi -. Nel giorno dell’anniversario della morte di 7 operai cinesi nel rogo della loro azienda e a pochi mesi dalla tragedia della Tignamica, vogliamo senza retorica evidenziare l’impegno della nostra città per affrontare i problemi che il territorio ancora sta vivendo”.

 

Al tavolo sono intervenuti i rappresentanti di Camera di commercio, Confindustria, Cna, Confartigianato e Rete Imprese.  Forte anche la presenza delle associazioni cinesi al tavolo: oltre a China World Cna, erano presenti l’associazione generale del commercio Italo-Cinese, l’associazione di amicizia Italia-Cina, l’associazione Buddista e l’Associazione Fujian.