“Impugneremo gli atti di notifica di questo decreto decisorio presidenziale e faremo ricorso nelle sedi opportune. Vogliamo conoscere la compatibilità ambientale dell’attuale aeroporto in funzione al suo ampliamento e vogliamo sapere se ci sono tutte le sicurezze previste”. Così il Coordinamento dei Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia commenta la firma siglata ieri sul decreto di favorevole di Valutazione di Impatto Ambientale per il progetto del nuovo aeroporto di Firenze, che prevede la realizzazione del nuovo terminale e della pista monodirezionale da 2400 metri. Ieri la sottoscrizione del decreto da parte del Ministro dell’ambiente di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali del Turismo, una firma che segue il via libera, pur con 142 prescrizioni, dato il 5 dicembre scorso dalla commissione tecnica. “Dalle verifiche che abbiamo fatto tramite il nuovo aeroporto, lo scalo fiorentino di Peretola, dal nostro punto di vista, non è a norma di legge. Perché il decreto decisorio presidenziale, nascosto per cinque anni, non è stato ottemperato? Abbiamo chiesto l’accesso agli atti per le notifiche, ma non ci vengono date – proseguono dal Comitato -. Questo vuol dire che qualcuno ha qualcosa da nascondere”.
Da sempre sul piede di guerra e contrari all’opera, i comitati fanno notare che, per ottenere il famigerato decreto di via sul progetto dall’ampliamento è necessario aver rispettato il decreto 676/2003, cosa che a detta loro non è stata fatta. “Perché nessuno al Ministero dell’ambiente vuole mostrare gli atti di notifica di questo decreto? Chiediamo al Ministero, a Enac, alla Regione, ad Arpat e alla Commissione aeroportuale del Rumore, ossia i soggetti preposti alle verifiche, con quali titoli abilitativi oggi l’attuale scalo fiorentino è autorizzato a contenere un volume così massiccio di movimenti e passeggeri e certe tipologie di aeromobili? Se non esistono, come ci risulta, altri titoli abilitativi, vuol dire che quell’aeroporto non ha le autorizzazioni. Qualcuno dovrebbe quindi iniziare a pagare per l’inquinamento procurato e non autorizzato”. Da qui la richiesta di un ulteriore chiarimento da parte del procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo.
E intanto i comitati annunciano che faranno ricorso al Tar e proseguiranno nel loro procedimento legale e amministrativo contro la realizzazione dell’opera.
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