Estate cadono le foglie. Le temperature record di giugno, luglio e agosto, sommate alla siccità di lungo periodo hanno mutato lo scenario di boschi e parchi. Già da inizio settembre, anche a Prato, si assiste alla caduta delle foglie e ampie fette di territorio collinare presentano i colori tipici dell’autunno, con le fronde degli alberi che hanno assunto toni rossastri o bruni. È questo un modo con cui le piante rispondono allo stress idrico. L’ultimo bollettino del Lamma, relativo ad agosto, segnala nella provincia di Prato ampie zone in cui lo stato di salute della vegetazione risente di una siccità estrema.
“Le piante rispondono con un adattamento di breve o di lungo periodo a queste condizioni di stress – spiega il colonnello Alberto Bronzi – comandante del Gruppo Carabinieri Forestali di Prato. Le alte temperature e la carenza idrica causano nella pianta un aumento di respirazione e di consumo delle sostanza nutritive e una riduzione nella produzione clorofilliana. In pratica la pianta consuma le proprie riserve e rallenta i processi vitali e la propria crescita. Se la situazione di siccità permane, si attivano sostanze che causano la caduta delle foglie. È il fenomeno della filloptosi”.
Per una ricognizione sugli eventuali danni irreversibili subiti dalle piante, occorrerà aspettare la prossima primavera. “Al momento – spiega Bronzi – paghiamo la siccità con la minore crescita delle piante, ma questa mancanza di acqua produce anche trasformazioni cellulari che non è detto siano reversibili. Se arriva acqua nei terreni, la vegetazione potrebbe recuperare, ma c’è anche la possibilità che non siano ripristinate le piene condizioni di salute. L’inverno è una stagione di “riposo”, ma quando arriveranno la primavera e lo stato vegetativo, gli alberi potrebbero risentire della siccità pregressa e seccare. È già successo in Toscana a seguito di estati molto calde, come quella del 2003”.
Piante indebolite dallo stress siccitoso, sono inoltre più facilmente aggredibili da organismi patogeni e insetti, come ad esempio il cinipide del castagno.
Per i vigneti, uno degli effetti già visibili della siccità è la vendemmia anticipata; mentre più a rischio sono gli oliveti che oltre all’assenza di acqua potrebbero risentire anche dalle gelate tardive della scorsa primavera.
Dario Zona