E’ un no ragionato e documentato quello che il comune di Vaiano, con un’ampia relazione di osservazioni inviata a Roma nei giorni scorsi, esprime circa la realizzazione della centrale Terna a Moschignano, nell’area dell’ex complesso industriale Rivatex.”. Nel documento, dove viene approfondita anche una comparazione con i siti delle Fornaci e di Savignano, si afferma con determinazione che la scelta di Terna di realizzare una nuova stazione deve essere suffragata da dati certi e scientificamente sostenibili.
L’amministrazione comunale riafferma a chiare note che il no riguarda la realizzazione della stazione elettrica in generale, qualunque sia la sua collocazione, e chiede a Terna di tornare sui suoi passi. “La costruzione di una nuova stazione elettrica nel nostro territorio rappresenterebbe un ulteriore aggravio su una comunità che già da anni convive con due stazione elettriche – afferma il sindaco Primo Bosi nel documento inviato ai vertici di Terna e contenente il parere e le osservazioni del Comune – Diciamo chiaramente che non ne vogliamo altre e che inviamo nuovamente Terna a verificare la sua indispensabilità per la sicurezza delle rete elettrica nazionale, tenendo ben presente che la fragilità ambientale che caratterizza il territorio comunale non consente di individuare localizzazioni adeguate alle esigenze richieste da un’opera così impattante.
La posizione del Comune è chiara: non si possono immolare sull’altare della pubblica utilità priorità come la salute, l’ambiente, e la vocazione di sviluppo di un territorio. “E necessario che la realizzazione di un’opera come quella proposta, ossia una stazione elettrica di dimensioni ragguardevoli – scrive il sindaco Bosi – tenga conto della salute, dell’ambiente in cui si colloca, delle sue peculiarità, delle sue vocazioni di sviluppo, delle sue scelte politico amministrative”.
Il no a Moschignano – Eccessiva prossimità al centro abitato e a un’area intensamente boscata e coltivata con un impatto che inciderebbe in maniera pesantissima sul contesto ambientale. Questi i motivi – gravi – che portano il Comune di Vaiano a contestare la scelta del sito di Moschignano. L’area individuata da Terna è situata in vicinanza del centro urbano e a diverse abitazioni, interessando anche la zona del Fabbro, comprometterebbe dal punto di vista ambientale l’area di Poggio di Cotone, soggetta a tutela paesaggistica, La scelta, inoltre, affosserebbe in maniera definitiva la ripresa della stesa aree industriale in un momento in cui i segnali di rilancio produttivo sono significativi.
Ma c’è di più, il fattore salute. La scelta operata da Terna, secondo il comune di Vaiano, non è sufficientemente “cautelativa”. “Le situazioni più problematiche possono essere affrontate con una applicazione ragionevole di principi cautelativi, specie quando è possibile intervenire in fase di progetto. Non è quindi accettabile – sono le conclusioni del Comune – con la mera formula avente efficacia di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità, la realizzazione di un intervento edilizio di grande impatto rispetto all’ambiente in cui si colloca”.
Le Fornaci – Secondo il Comune il sito posto nell’area intermedia tra la località di Larciano e la periferia delle Fornaci è sicuramente più distante da unità abitative, quindi a ridotto rischio per la salute dei cittadini. Dal punto di vista dell’impatto paesaggistico, la conformazione del territorio, con un pianoro situato in una conca naturale tra due valli, non comprometterebbe l’impatto visivo. Non solo: la prossimità alla linea 380Kv Bargi – Calenzano comporterebbe la necessità di un minor numero di connessioni, con ovvie minori conseguenze sul territorio. Il sindaco contesta a Terna anche “le osservazioni pretestuose” riguardanti la viabilità e si dice pronto a illustrare quali accorgimenti possono essere studiati per raggiungere il sito.
Savignano – Assolutamente critica la posizione anche circa il sito di Savignano. “La localizzazione – si mette in evidenza – è situata in prossimità di una frana, questo progetto richiede l’eventuale stabilizzazione del pendio”. Secondo l’amministrazione comunale per verificare la presenza di aree attive o quiescenti è necessario effettuare uno studio geomorfologico di dettaglio. E non finisce qui. La stazione dovrebbe essere realizzata in un’area di potenziale instabilità dovuta alla pendenza del versante che, anche in questo caso, dovrebbe essere stabilizzato.