Il Tar autorizza le antenne Telecom sul tetto dell’hotel Flora: non è valido il vincolo della Sovrintendenza FOTO
Le antenne della Telecom sul tetto dell’hotel Flora in via Cairoli sono state installate nel rispetto delle normative vigenti. Lo ha stabilito il Tar della Toscana che ha dato ragione alla società, ritenendo illegittimi gli atti adottati dal Comune a partire dal novembre 2014, quando l’amministrazione impose la sospensione dei lavori a seguito delle lamentele di residenti e commercianti della zona, preoccupati per il possibile inquinamento elettromagnetico e per l’impatto visivo delle antenne rispetto ai monumenti circostanti. In quella circostanza, il Comune si era mosso richiamando un vincolo della Soprintendenza per i beni architettonici delle province di Firenze, Pistoia e Prato. Poi, come forma di autotutela, nel settembre 2015, l’amministrazione comunale aveva annullato il parere favorevole emesso dai suoi stessi uffici due anni prima per autorizzare il ripetitore.
L’iter legale ha però visto soccombere il Comune. Il Tar della Toscana, accogliendo la richiesta di sospensiva di Telecom, a inizio 2016 aveva già autorizzato la ripresa dei lavori di installazione della stazione radio base.
Adesso è arrivata anche la pronuncia di merito sulla vicenda. Dall’esame di decreti datati 1913, i giudici amministrativi hanno ritenuto che il vincolo monumentale sia stato apposto su Palazzo Inghirami, sede della Prefettura, e non si possa estendere all’adiacente palazzo Martelli, in cui sono situati l’hotel Flora e le antenne contestate.
Durante le udienze, la Telecom ha portato all’attenzione del Tar anche i contratti di compravendita dei due immobili, passati di mano distintamente nel 1947 e nel 1946. A convincere i giudici, anche il fatto che durante una serie di lavori effettuati all’hotel Flora dal 1986 al 2004, il Comune non abbia mai eccepito la sussistenza di alcun vincolo e chiesto il nulla osta della Sovrintendenza.
Amareggiati i residenti, commercianti e lavoratori della zona, che si erano battuti per stoppare le antenne. Alcuni di loro si erano anche inseriti nella causa legale opponendosi al ricorso di Telecom, tra cui Laura Sanesi, che gestisce una struttura ricettiva a pochi passi dall’hotel Flora: gli appartamenti presenti all’interno della Torre medievale degli Ammannati. “Siamo amareggiati – dice il marito Pietro Troni -. Viviamo in centro da tanti anni e questo non è certo il modo per valorizzarlo. Non sono esperto di inquinamento elettromagnetico, ma presumo che tutte queste antenne a ridosso delle case non facciano bene. Adesso, inoltre, un turista che arriva in piazza delle Carceri vede una basilica rinascimentale, un castello medievale, una casa torre del 1200 e un’antenna del 2017 con sullo sfondo il campanile del Duomo”.
La posizione del Comune: “Il responsabile ha un nome e un cognome”
Sulla vicenda interviene l’assessore all’ambiente Filippo Alessi, sotto il cui mandato è stato approvato un regolamento che proibisce nuovi ripetitori in centro e che pare chiamare in causa i proprietari dell’immobile: “Abbiamo chiesto all’Ufficio legale di valutare se sussistano i margini per ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che riconosce la legittimità dell’avvenuta installazione dell’antenna Tim sull’edificio dell’Hotel Flora. Il centro storico ha ricevuto un regalo poco gradito. Il responsabile ha un nome e un cognome e non è certo il Comune di Prato”.