Dalla siccità al rischio «bombe d’acqua». La Protezione civile già al lavoro in vista dei temporali previsti a settembre VIDEO
La Protezione civile del Comune di Prato non va in ferie. In questi giorni nella sede di via Lazzerini si sta lavorando per approntare un piano di sicurezza in vista dei mesi di settembre, ottobre e novembre. Il timore è che nei prossimi mesi il nostro territorio possa essere investito da eventi climatici di eccezionale forza, stiamo parlando delle cosiddette «bombe d’acqua». Questa estate le temperature sono state più alte della media, il mare si è surriscaldato e tale fenomeno fa temere che le correnti fredde provenienti dal nord Europa a partire da settembre – un periodo che si annuncia ancora piuttosto caldo – possano provocare temporali brevi ma di fortissima intensità. Le zona più a rischio è quella del mar Ligure, in particolare Genova fino a Livorno, ma anche la piana di Prato non sarà esente da tali eventi atmosferici.
Il vice sindaco Simone Faggi, con delega alla Protezione civile, assieme al responsabile di settore Sergio Brachi e al funzionario Daniele Langianni, stanno monitorando la situazione per essere pronti in caso di emergenza. «Nessun allarmismo – tiene a precisare Faggi – ma è necessario fare un monitoraggio costante perché c’è il forte e motivato sentore che a settembre possano arrivare sul nostro territorio piogge violente a carattere eccezionale. Il nostro compito – aggiunge il vice sindaco – è quello di prevenire attraverso la pulizia delle strade e delle caditoie e di approntare le infrastrutture necessarie, come il lavoro che abbiamo fatto a Castelnuovo con l’installazione di un impianto idrovoro».
«Lo spauracchio», come lo ha definito Faggi, l’osservato speciale, è il torrente Ombrone, un corso d’acqua che lambisce il Comune di Prato, corre nel territorio di Poggio a Caiano ma la sua tenuta è responsabile di eventuali problematiche sul reticolo idrografico nelle zone sud e ovest della città. Per intenderci Castelnuovo, Iolo, Tavola e Casale. «I corsi d’acqua che esistono in quelle frazioni scaricano tutti nell’Ombrone – spiega Sergio Brachi – se quel torrente supera un certo livello di allerta le acque provenienti dalle gore di Prato tornano indietro, mettendo a rischio le frazioni a sud/ovest». E che l’Ombrone possa preoccupare lo conferma Brachi con questo esempio: «è un corso d’acqua che in caso di forti precipitazioni ho visto crescere da zero a cinque metri in meno di tre ore».
Nel video Sergio Brachi spiega perché una eventuale esondazione del torrente Ombrone possa avere ripercussioni sulle frazioni sud/ovest di Prato
La prevenzione messa in campo dal Comune. Proprio ieri è terminata la pulitura straordinaria delle caditoie nell’asse delle industrie, in particolare in via Leonardo da Vinci e in via dell’Unione Europea. Poi nei mesi scorsi sono stati effettuati degli importanti lavori in zone particolarmente a rischio. Come nella già citata frazione di Castelnuovo, la più bassa della città e quindi la più a rischio di andare sott’acqua, con la creazione di una vasca interrata che può contenere fino a 3mila metri cubi d’acqua e un impianto di idrovore che possono pompare 500 litri al secondo. Altro intervento è stato fatto a Iolo, con l’interramento del fosso Lavacchione. Inoltre sono costantemente monitorati i sottopassi, altri punti cittadini a rischio in caso di forti piogge.
Sergio Brachi spiega il piano di Protezione civile approntato per monitorare il torrente Ombrone.
La sala operativa della Protezione civile. In caso di emergenza la sala verrà aperta e vi rimarrà fino alla fine della criticità. Nel 2017 la sala è entrata in funzione tre volte, in due casi il problema era rappresentato proprio dall’Ombrone, l’ultima volta è stato l’incendio avvenuto in Calvana a tenere impegnati per due giorni la Protezione civile, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. Per essere sempre aggiornati sulle segnalazioni di allerta e di emergenza riguardanti il nostro territorio si può controllare il sito web della Protezione civile.
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