Il Commissariamento della Sezione di Oste da parte della Misericordia di Prato è stato riconosciuto dal Tribunale di Prato come fondato, con un provvedimento di natura esecutiva. Il Tribunale di Prato ha infatti, in data 26 luglio, accolto il reclamo dell’Arciconfraternita contro l’ordinanza emessa dallo stesso Tribunale il 31 ottobre scorso. Allora il Tribunale aveva rigettato il provvedimento d’urgenza; ora il Commissario Massimiliano Iacolare, impossibilitato dall’agosto 2016 a svolgere l’incarico a cui era stato chiamato, potrà prendere pieno possesso della sede e svolgere le funzioni previste dallo Statuto della Misericordia.
Nell’ordinanza, comunicata questa mattina al Magistrato del sodalizio pratese, il Tribunale ordina al Presidente e ai membri del Consiglio direttivo della Sezione di Misericordia di Oste:
- «di consentire l’operatività del Commissario Massimiliano Iacolare, in forza dell’atto di commissariamento emesso dal Magistrato dell’Arciconfraternita della Misericordia di Prato in data 8 agosto 2016, con il quale è stata altresì disposta la revoca delle loro cariche»;
- «di consentire a Massimiliano Iacolare lo svolgimento delle funzioni di verifica e di accertamento, secondo quanto previsto nell’atto di commissariamento emesso dal Magistrato dell’Arciconfraternita»;
- «di mettere a disposizione i locali dove si svolge l’attività della sezione di Oste intestatati all’Arciconfraternita della Misericordia di Prato»
- «di astenersi da qualsiasi atto idoneo a ostacolare lo svolgimento delle funzioni e dei compiti del Commissario.
Giunge così a conclusione – ad un anno dal commissariamento – la controversia (il comunicato della Misericordia di Prato la definisce “dolorosa”) che ha opposto la «Misericordia madre» alla sezione di Oste. «Il Tribunale di Prato – afferma il Proposto dell’Arciconfraternita Gianluca Mannelli – ha accolto in pieno il nostro reclamo, confermando le ragioni che ci avevano portato al Commissariamento. Esprimo la soddisfazione mia e del Magistrato per il ristabilimento delle ragioni del diritto e del buon senso. Resta – chiosa il Proposto – l’amarezza per aver perso un anno intero di tempo, energie, impegno. Un danno che, per colpa e per l’ostinazione di pochi, è stato procurato alla grande famiglia della Misericordia di Prato, alla sua immagine e, soprattutto, al servizio che quotidianamente viene prestato alla popolazione di Oste».
Il Tribunale formalmente ha accolto il reclamo ex art. 669-terdecies c.p.c. avverso l’ordinanza con la quale il Tribunale di Prato, in data 31 ottobre 2016 ha rigettato il ricorso ex art. 700 c.p.c. chiedendo, in riforma di tale provvedimento, di rendere effettivo il Commissariamento. Ha così dato ragione in pieno alle istanze dell’Arciconfraternita. Le sezioni – si legge infatti nell’ordinanza – «restano soggette alle regole dello Statuto e del relativo regolamento» dell’Arciconfraternita, come è sempre stato sostenuto dalla Misericordia di Prato sulla base di una antica tradizione statutaria e, prima ancora, del buon senso. «È proprio tale norma – si legge ancora nell’ordinanza – a fondare il potere del Magistrato della Misericordia di Prato di revocare gli organi della singola confraternita e di nominare al loro posto un commissario».
Dal dispositivo dell’ordinanza emerge chiaramente la proprietà della sede di Oste, di cui è titolare esclusivamente l’Arciconfraternita, come sempre sostenuto dal Magistrato dell’associazione.
Il Tribunale, nell’argomentare la propria decisione, accoglie i motivi che stanno alla base del Commissariamento: l’emissione indebita di due assegni a favore della stessa Misericordia di Oste, prelevati da un conto corrente dell’Arciconfraternita, per un totale di 25.000,00 euro, la mancata restituzione del blocchetto degli assegni non usati, ma soprattutto la grave situazione finanziaria della sezione: «L’esame dei flussi di cassa al netto dell’incremento del debito verso la sede evidenzia – si legge nell’ordinanza – a partire dall’anno 2014, dei risultati negativi (non spiegati e giustificati), tali da rendere giustificato un provvedimento di commissariamento».
Il Tribunale di Prato ha condannato la Misericordia di Oste a pagare le spese processuali e quelli della consulenza tecnica di ufficio.
Nella lite ora conclusa l’Arciconfraternita era difesa dagli avvocati Paolo Sanchini e Costanza Sanchini del Foro di Firenze, mentre il commissario Iacolare dall’avv. Maurizio Gatti Dei del Foro di Prato.