47 sindaci delle province di Prato, Pistoia, Firenze e Siena firmano congiuntamente una lettera aperta in difesa del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno, che proprio in questi giorni sta inviando ai cittadini la tassa annuale. Una lettera, quella per il pagamento del tributo di bonifica, che per la prima volta è giunta anche a 123 mila proprietari di immobili e terreni finora esclusi; il tributo, nell’occasione, è stato rimodulato, secondo molteplici criteri, e che mediamente può oscillare tra i 15,44 euro ed i 24,93 per immobile.
Le novità avevano innescato polemiche. Nei giorni scorsi ne avevamo dato conto anche noi (guarda).
Ora, con una rara concordanza di vedute, i primi cittadini delle quattro province interessate dal Consorzio – tra cui Matteo Biffoni per Prato e i sindaci degli altri comuni pratesi eccetto Carmignano, hanno preso carta e penna per ribadire che “Essenziali sono le manutenzioni operate sui 5600 km di reticolo idraulico del Comprensorio del Consorzio. L’Arno, il Bisenzio, l’Ombrone Pistoiese, l’Elsa, la Pesa, la Greve, la Sieve, l’Orme, il Mugnone, Il Terzolle, L’Affrico non sono solo toponimi, ma anche fiumi per la cui manutenzione occorrono risorse, non chiacchiere”.
Di seguito il testo integrale della lettera.
Gentile Direttore,
Sentiamo il dovere di intervenire nel dibattito in corso su ruolo e funzioni del Consorzio di Bonifica.
Dibattito poco appassionante in quanto poco si discute di “cosa fa” il Consorzio di Bonifica e molto si discute di “chi è” il Consorzio di Bonifica.
Nel dibattito, a tratti disarticolato, vengono pesantemente messi in discussione ruolo e funzioni del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno e dei consorzi toscani in generale e vengono analizzati con dovizia di particolari (ma in modo approssimativo) sia il bilancio del Consorzio che l’operatività della struttura, definita “ente inutile”. Per esempio si ingenera confusione nel lettore mescolando costi del personale con costi di gestione, facendo credere che tutto il personale partecipi alla gestione. Invece la stragrande maggioranza di esso (età media 44 anni, molti i giovani impiegati) svolge funzioni tecniche e operative che costituiscono la missione dell’ente consortile. Come si può dire che i soldi spesi per pagare operai, ingegneri e tecnici servono ad “autoalimentare” un ente inutile? Chi dovrebbe progettare e fare i lavori se non loro? E in cosa dovrebbe spendere soldi il Consorzio, se non per progettare e fare i lavori?
Manca poi al ragionamento una gamba importante. E questa parte per noi e per le nostre comunità è importante, anzi fondamentale. Per illustrarla bisogna farsi una domanda: cosa fa il Consorzio? Domanda che è la sola utile a capire l’utilità dell’ente per le comunità che noi rappresentiamo. Da molto tempo il Consorzio è un riferimento certo e sicuro per le nostre amministrazioni sia in termini di manutenzione ordinaria che di progettazione e realizzazione delle tante manutenzioni straordinarie che si rendono necessarie sui nostri fiumi e che vengono portate avanti in sinergia e con il coordinamento della Regione Toscana.
Regione Toscana che, anche con il voto di forze politiche che ora la contestano, ha approvato una legge, la 79/12 di semplificazione del settore che mette a guardia dei fiumi due soli enti: la Regione stessa e i Consorzi di bonifica.
Una legge talmente innovativa che viene guardata con attenzione e portata a modello dal Governo e costituisce pietra d’angolo per tante riforme del settore in tutta Italia, come sta accadendo in questi giorni in Liguria.
Senza prevenzione non c’è sicurezza, dicono i giornali e i tg l’inverno quando piove. Possibile che d’estate questo non faccia notizia e che a fare notizia sia chi accumulando bollettini a caso contesta il tributo di bonifica omettendo i lavori che con questo vengono svolti?
Il tributo di bonifica, sia detto, rappresenta un tributo speso per la prevenzione, fondamentale per prevenire rischi alluvionali. Ed è bene ricordare che ad oggi è l’unica risorsa certa per la manutenzione dei corsi d’acqua, così numerosi nel nostro territorio.
Troppo poco spesso si approfondiscono i rischi legati a siccità o alluvioni e la necessità di cura e manutenzione del territorio, attività queste fondamentali lungo i nostri corsi d’acqua.
Essenziali sono le manutenzioni operate sui 5600 km di reticolo idraulico del Comprensorio del Consorzio. L’Arno, il Bisenzio, l’Ombrone Pistoiese, l’Elsa, la Pesa, la Greve, la Sieve, l’Orme, il Mugnone, Il Terzolle, L’Affrico non sono solo toponimi, ma anche fiumi per la cui manutenzione occorrono risorse, non chiacchiere.
Il Consorzio inoltre progetta e realizza non solo le manutenzioni ordinarie, ma anche quelle straordinarie (pagate al 30% con il tributo di bonifica). Senza il prezioso lavoro di progettazione, di affidamento e di controllo dei lavori non saremmo a parlare di opere importanti come la cassa di espansione di Querciola a Quarrata (3mln euro), di Ponte a Tigliano a Prato (3,7mln euro). rifacimento argini Marina a Campi Bisenzio (2,3 mln euro) o della realizzazione prossima delle casse e del Parco Sul torrente Mensola a Firenze, progettato e affidato a tempo di record con una gara europea da oltre 5 mln di euro. E tutto questo con professionalità, senza mai un’ombra e una sbavatura.
Operai specializzati, tecnici disponibili e competenti e vertici del Consorzio attenti ai problemi del territorio hanno reso indissolubile il rapporto fra i nostri enti. I Comuni siedono nell’Assemblea e inoltre condividono costantemente con Il Consorzio le scelte di bilancio e quelle organizzative. Oltre ad aver partecipato e successivamente votato il nuovo piano di classifica sul quale viene emesso il tributo attualmente in discussione. È bene ricordare che l’Assemblea del Consorzio non è espressione della “politica”, ma è formata da consorziati eletti per autogovernare il loro ente e da sindaci in rappresentanza dei territori. Siamo di fronte ad uno strumento di sussidiarietà dinanzi al quale le polemiche politiche dovrebbero essere messe da parte per concentrarsi sulle questioni di merito.
Con il nuovo assetto del Consorzio e l’estensione del tributo non si raggiunge solo una maggiore equità fra cittadini che vivono nello stesso territorio ma si aumentano gli investimenti in questo delicato settore. L’alternativa, cioè l’indebolimento o il superamento dell’ente consortile, e la drastica riduzione degli investimenti, accontenterebbe la pancia di pochi per mettere a rischio le nostre comunità. E questo per noi non è accettabile.
Infine invitiamo il Presidente Marco Bottino e il Direttore Generale Lorenzo Cecchi De’ Rossi a proseguire sulla strada positiva fin qui intrapresa, certi che vi siano ulteriori margini di miglioramento nel lavoro comune e nell’interesse del territorio.
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