Meno problemi di pressione e meno sprechi: Publiacqua ricerca le perdite occulte anche con il satellite
Segnalazioni di bassa pressione dimezzate in un anno (da 590 del primo semestre 2016 alle 310 di oggi), perdite diminuite del 12% (dimezzate rispetto a sei anni fa) e dunque meno sprechi di acqua: se a settembre 2015 a Prato venivano immessi in rete 1050 litri al secondo, adesso la portata media necessaria è calata a 814 litri al secondo con un risparmio del 20% di risorsa. Sono alcuni dei risultati degli interventi compiuti da Publiacqua nell’acquedotto pratese: un programma di investimenti presentato nel 2014 e che prevede circa 62 milioni fino al 2021. Le opere hanno riguardato la distrettualizzazione della rete idrica, l’adeguamento tecnologico degli impianti e l’aumento dei rifacimenti completi degli allacciamenti (il tratto di tubazione solitamente di piccolo diametro che dalla tubazione principale dell’acquedotto convoglia l’acqua verso il contatore dell’utenza), un lavoro che, a fronte di un allungamento dei tempi del singolo intervento, ha evitato nuove rotture sulla stessa conduttura.
Potenziando i sistemi di depurazione in città, Comune e Publiacqua hanno puntato anche ad un’autosufficienza nell’approvigionamento: la falda idrica pratese, risalita negli ultimi anni visto anche il minore attingimento dell’industria tessile, è oggi utilizzata per il 65% dei prelievi di Publiacqua, mentre il restante 35% arriva dall’Anconella. Tre anni fa il prelievo dalla falda pratese era al 38%.
La distrettualizzazione della rete idrica
Dopo oltre tre anni di studio e lavoro sul campo, l’acquedotto pratese è stato diviso in singoli distretti che attualmente sono 25. Si tratta di un impegno economico di circa 1,3 milioni di euro che ha reso possibile servire ogni zona con una pressione ed una quantità adeguate di acqua, equilibrando quindi anche le pressioni su tutto il sistema cittadino (in passato, ad esempio, la zona di Prato sud, a minor quota, era spesso sottoposta a pressioni eccessive) e riducendo notevolmente lo stress delle tubazioni.
Sono così diminuite le perdite e sono più facilmente rintracciabili anche quelle occulte (350 quelle individuate e riparate nei primi mesi dello scorso anno), con benefici sui tempi di intervento per le riparazioni, avendo Publiacqua il controllo su pressioni e quantità di acqua immessa in rete in ogni singolo distretto. La distrettualizzazione consente anche un’analisi puntuale dell’efficienza di ogni condotta e quindi una migliore programmazione della sostituzione delle più vetuste. Gli investimenti hanno riguardato anche il rafforzamento dei sistemi di telecontrollo: vengono monitorati H24 gli impianti principali che servono la città direttamente (Falda 1 e Falda 2, booster di Fibbiana) ed indirettamente (Anconella e Mantignano) ed anche i principali snodi pressori che possono fungere da alert come ad esempio l’attraversamento sul Fiume Bisenzio a Ponte Datini e sul nodo valvole San Martino.
Nuovi fontanelli a Grignano e Iolo. Lunghi lavori in via Ciliani e via di Cantagallo
Anche i fontanelli disseminati sul territorio, anch’essi completamente automatizzati e controllati in remoto, sono preziosi punti di controllo della pressione in rete.
Ne sono presenti sette in città: a breve arriverà l’ottavo, in via Miliotti a Grignano, mentre nel 2018 sarà inaugurato l’ultimo previsto, a Iolo.
Tra gli interventi che partiranno a breve, c’è il rifacimento della rete, compresi gli allacci alle utenze domestiche, nella zona nord: un chilometro di tubazioni in via Ciliani e un altro tratto di un chilometro in via di Cantagallo. I cantieri procederanno per brevi tratti e i lavori dureranno, nel complesso, circa nove mesi.
Le perdite si trovano con il satellite
Prato è il sistema acquedottistico centrale e principale su cui Publiacqua sta sperimentando l’uso del satellite per la ricerca delle perdite. L’acquedotto cittadino è stato scansionato da un satellite che lavora su tutte le frequenze, da ultravioletto a infrarosso. In funzione dell’assorbimento che viene rilevato da ogni singolo oggetto osservato, è possibile identificare i componenti dello stesso. Questa scansione può arrivare ad una profondità massima di 6 metri su terreno vegetale e di 3 metri su terreno urbano e, per la ricerca delle perdite, ha concentrato la ricerca sulle molecole d’acqua con presenza di cloro, distinguendo così l’acqua dell’acquedotto dalla risorsa grezza. Dopo una prima scansione, attraverso un algoritmo matematico adeguato alle esigenze di ricerca, vengono individuate e corrette le informazioni ricavate che poi vengono utilizzate per affinare ulteriormente la ricerca con una seconda scansione satellitare.
La precisione di tale strumento consente di individuare la perdita occulta restringendo il campo di ricerca a 50 metri e consentendo quindi all’operatore in campo di intervenire con un’accuratezza ed una precisione ancora superiore a quella già importante consentita dalla distrettualizzazione.