Proseguono le indagini della Procura sul caso Creaf, la società partecipata della Provincia di Prato, nata nel 2005 e dichiarata fallita lo scorso febbraio dal Tribunale, senza mai avviare l’attività, nonostante i 22 milioni di soldi pubblici immessi nel corso degli anni. L’inchiesta vede indagati per bancarotta societaria i tre amministratori succedutisi alla guida del Creaf: i due ex presidenti Daniele Panerati e Luca Rinfreschi, e l’ultimo amministratore unico Laura Calciolari.
Il sostituto procuratore Lorenzo Boscagli ha ascoltato oggi come persona informata sui fatti Francesco Delfino, direttore generale della Provincia dal 1999 al 2008. Le indagini mirano a far luce su tutta la vita della società, a partire dall’acquisto del capannone di via Galcianese, costato 8,4 milioni nel 2006, ovvero circa 3,4 milioni di euro in più rispetto a quanto pagato appena 5 anni prima dalla Viscotex per entrare in possesso dello stesso edificio.
Nelle scorse settimane sono stati sentiti, su questo punto, anche i vecchi proprietari del capannone e il primo presidente di Creaf Daniele Panerati.
Altri tasselli utili a ricostruire la gestione della società, una delle poche partecipate dichiarate fallite in Italia, arriveranno dalle consulenze richieste dalla Procura e dal lavoro dei finanzieri che hanno acquisito documentazione negli uffici della Provincia, nelle abitazioni degli indagati e nella sede della Viscotex.
La Procura sta insomma stringendo il cerchio delle indagini e valutando la posizione degli ex amministratori della Provincia per capire se abbiano avuto un ruolo diretto nella gestione del Creaf.
Si può leggere anche in quest’ottica l’audizione di testimoni come Francesco Delfino, dirigente di peso della Provincia negli anni in cui la società Creaf ha iniziato ad operare. Delfino, esperto di contabilità e finanza pubblica con importanti incarichi anche al Ministero dell’Economia e delle Finanze, è il marito di Maria Grazia De Castelli, ragioniere capo del Comune di Prato fino al 2007, nel periodo in cui furono sottoscritti i contratti derivati. Proprio per la vicenda degli swap la posizione di De Castelli, sentita come testimone al processo di primo grado, sarà valutata dopo che il giudice del Tribunale, assolvendo dall’accusa di truffa aggravata il funzionario di Dexia Crediop Riccardo Sommavilla, ha ritenuto di trasmettere gli atti alla Procura ipotizzando per l’ex ragioniere capo gli estremi di falsa testimonianza.
Tornando al Creaf, il curatore nominato dal Tribunale, il commercialista Leonardo Castoldi sta proseguendo nell’esame dello stato passivo della società. La procedura fallimentare va dunque avanti, così come l’inchiesta della Corte dei Conti che potrebbe contestare il danno erariale per l’utilizzo di soldi destinati ad alimentare la ricerca in ambito tessile e finiti nella scatola vuota di via Galcianese.