Nuova sede per il Laboratorio Caritas, il negozio di sartoria che dà nuova vita agli abiti da sposa
Il Laboratorio Caritas cambia sede e apre anche il sabato pomeriggio. Il servizio pensato per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in difficoltà trasloca da via Cairoli per andare in via Magnolfi, nel fondo un tempo occupato dalla libreria Equilibri. Il Laboratorio dunque rimane in centro storico con l’intenzione di farsi conoscere sempre di più alla città.
L’inaugurazione si è tenuta nel pomeriggio di oggi, sabato primo aprile alla presenza della direttrice della Caritas Idalia Venco, della responsabile del servizio Beatrice Conti, delle volontarie e di alcune utenti del Laboratorio. I locali sono stati benedetti dal parroco della cattedrale, il canonico Emilio Riva.
La storia. Nata oltre dieci anni fa in seno alla Caritas diocesana, questa opera si rivolgeva inizialmente agli uomini accolti da «Casa sosta sulla strada», struttura per i senza fissa dimora. L’idea era quella di aiutarli a reinserirsi nella società imparando a dare ordine alla propria vita attraverso un lavoro manuale. «Si davano loro regole base di convivenza con gli altri e si chiedeva il rispetto degli orari e degli ambienti lavorativi», spiega Massimiliano Lotti della Caritas. Il primo Laboratorio si trovava in via Dante ed era gestito e curato da Piera Dabizzi. Poi si decise estendere il servizio alle donne e col passare degli anni la tipologia di lavoro è cambiata. Così come la sede, trasferita in via Cairoli negli spazi precedentemente occupati dall’Emporio della Solidarietà, concessi dalla parrocchia di Santa Maria delle Carceri. Adesso si sposta in un fondo privato a due passi da piazza Duomo.
Oggi le persone inserite si occupano principalmente di taglia e cuci, di sartoria, rammendo e anche di ideazione di abiti realizzati su misura. Attualmente vi sono impegnate sette donne e un uomo, italiani e stranieri, arrivati al Laboratorio perché segnalati dalla Caritas diocesana, dai servizi sociali del Comune e dall’Asl. La loro permanenza varia da tre a massimo sei mesi, a seconda delle esigenze di ciascun inserimento. Come detto la nuova responsabile è Beatrice Conti, arrivata un anno fa, coadiuvata da un buon numero di volontari, che si occupano essenzialmente di aprire e chiudere il negozio rivolto al pubblico, dove sono messi in vendita gli oggetti realizzati.
Ma cosa si trova al Laboratorio? «Qui si trova un po’ di tutto; – spiega la responsabile – sono oggetti realizzati a mano come cornici, icone e bigiotteria, ma anche ciabatte o vestiti, che possiamo cucire su ordinazione». Sempre su prenotazione, c’è la realizzazione di bomboniere e per le parrocchie la preparazione delle «tonachine» per la prima comunione. «Una iniziativa partita da poco che sta andando molto bene, ad oggi abbiamo già 90 ordinazioni», dice Beatrice Conti. Da quest’anno al Laboratorio si possono trovare abiti da sposa di seconda mano, riadattabili secondo i gusti, ed inoltre si può portare l’abito nuziale della mamma, della nonna e della suocera per sistemarlo e dargli una seconda vita. Una pratica molto di moda negli ultimi anni.
«Il Laboratorio è una esperienza altamente formativa – sottolinea la direttrice Idalia Venco – e negli anni ha dato la possibilità a molte persone di ricominciare la propria vita. C’è anche chi ha imparato un mestiere e oggi continua a lavorare in proprio come sarta».
Questi i nuovi orari di apertura. Il negozio è aperto dal martedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 19,30. Il sabato anche il pomeriggio, il lunedì invece è chiuso. Mentre la parte lavorativa, quella vera e propria di laboratorio, c’è tutte le mattine.