Gesù impersonato da un profugo, a Vaiano va in scena la Via Crucis dell’integrazione VIDEO
Per una sera a Vaiano Gesù ha il volto di Mosè, richiedente asilo proveniente dalla Nigeria. Ieri sera, venerdì 14 aprile, si è rinnovata la tradizione della Via Crucis con la processione per le strade del paese. In tanti hanno partecipato a questo rito in preparazione alla Pasqua organizzato dal gruppo giovani della parrocchia. Ogni stazione è stata animata da personaggi in costume che hanno raccontato gli ultimi istanti della vita terrena di Cristo. Al centro di ogni sosta c’era lui, immobile e con le mani legate, con in testa la corona di spine, accompagnato da due centurioni. Gesù era impersonato da Mosè, nigeriano di 38 anni, cristiano pentecostale, appartenente alla comunità ospitata nella vicina canonica di Savignano. L’uomo non parla italiano, sta cercando di impararlo grazie a un corso pensato per i profughi ospiti delle strutture presenti sul territorio vaianese che si tiene ogni lunedì nella parrocchia di San Salvatore.
«Quest’anno abbiamo scelto un Gesù un po’ particolare – spiega il parroco don Marco Locati –, la motivazione è la risposta a una domanda: chi è Gesù per noi oggi? È l’ammalato, il povero, il nostro vicino ma è anche chi lascia la casa, magari portando con sé tanta sofferenza e solitudine. È un modo per fare amicizia, con lui, con i suoi amici e per sensibilizzare la nostra comunità nell’accogliere chi è diverso, chi viene da lontano ma che condivide, non solo la nostra fede ma anche la nostra stessa quotidianità».
La processione, a cui hanno preso parte circa duecento persone, si è fermata davanti ad alcuni condomini, alla sede della Misericordia, si è mossa tra gli stanzoncini dove un tempo battevano i telai e ed è sostata per una preghiera di fronte alla Casa del Popolo. È stata una manifestazione corale, molto suggestiva e apprezzata, «pensata soprattutto per coloro che solitamente vedono con un po’ di diffidenza questi giovani migranti che vengono da lontano».