Cinquemila lavoratori del tessile, dell’abbigliamento e del calzaturiero hanno sfidato la pioggia e il vento e hanno dato vita a un lungo corteo a Firenze nel giorno dello sciopero di 8 ore, che ha raggiunto l’80 per cento di adesione, e della manifestazione nazionale indetta dai sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil per chiedere il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro 2016-2019, scaduti ormai da più di dieci mesi. Data e luogo non casuali, in concomitanza con Pitti Immagine Uomo in corso alla Fortezza da Basso. Le fila del corteo si sono ingrossate subito al ritrovo all’ombra della Biblioteca Nazionale e hanno continuato a crescere lungo tutto il tragitto nelle vie del centro. In tutto il settore tessile-abbigliamento conta 47mila imprese e quello delle calzature 5.800. Al Sistema Moda Italia i sindacati lanciano un messaggio preciso: i contratti vanno negoziati intorno a un tavolo.
“Le nostre controparti si ostinano a proporci modelli salariali e normativi che non ci appartengono, noi siamo abituati ad un sistema di relazioni industriali solido, partecipativo, in cui si discute tutto”: così ha esordito Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil, al comizio. “E se adottiamo un modello di verifica ex post dell’inflazione, non solo gli aumenti saranno erogati dopo 18 mesi e già corrosi dall’inflazione in corso, ma non terremo più in piedi il contratto come organismo vitale che regola il rapporto tra lavoratore e impresa. IL rinnovo contrattuale noi lo vogliamo fare sul serio e il salario non lo decide l’Istat ma il negoziato!”: ha proseguito il leader sindacale.
In Toscana solo una parte dei 50mila lavoratori totali del Sistema moda, quelli di Pelle e cuoio, si è vista rinnovare il contratto.
“Non è un caso se abbiamo deciso di venire a manifestare a Firenze e nel corso di una delle più importanti rassegne di moda (Pitti Uomo ndr), perché se si fanno profitti, allora è giusto che si garantiscano anche diritti e salari”. Così i segretari generali Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani dal palco di Piazza dell’Unità, dove si è concluso il corteo.
“Non siamo disposti ad accettare un contratto a costo zero, così come non siamo disposti a prendere in prestito modelli salariali da nessuno” hanno incalzato. “Chiediamo un contratto dignitoso che difenda diritti e salario, insomma un con-tratto normale – hanno concluso – , ma le posizioni oltranziste di SMI e la retro-marcia inaspettata di Assocalzaturifici sono inaccettabili”.