Illegalità economica, la CGIL Funzione pubblica rincara la dose: “Personale insufficiente per combattere il fenomeno”


Più ispettori INPS, INAIL e del Lavoro a Prato per il controllo delle imprese irregolari. La richiesta arriva dalla Funzione Pubblica Cgil, che sollecita un intervento urgente affinché al tavolo del Patto per il Lavoro sicuro si prenda coscienza dei problemi legati alla carenza d’organico del personale destinato alle ispezioni. Una domanda che aggiunge un ulteriore tassello alla discussione sul tema dell’illegalità economica, che ha visto la CGIL prendere posizione pubblicamente nelle scorse settimane, e a cui hanno partecipato, Comune di Prato, Unione Industriali, Confartigianato e CNA.

“Per il controllo del corretto assolvimento di obblighi contributivi e del rispetto dei contratti di lavoro delle oltre 29mila imprese attive a Prato, l’unico ispettore INAIL e i sette ispettori INPS appaiono insufficienti. E anche scaturisse dal tavolo del patto per il lavoro sicuro un’ipotesi selettiva di aziende da controllare, il numero degli addetti appare evidentemente esiguo e indice di una sottovalutazione dei problemi che da anni la Funzione Pubblica CGIL di Prato denuncia”, si legge in una nota.

Gli evocati controlli delle imprese che disattendono il rispetto delle condizioni salariali minime e che vengono imputate di evasione contributiva potranno contare su 14 ispettori del lavoro a cui si affiancano 3 carabinieri del nucleo ispettivo. “Il problema – secondo il Segretario della FP CGIL Sandro Malucchi – è anche quello relativo alla chiusura dei controlli dell’illegalità economica e contributiva. Le pendenze penali giacenti in Tribunale sono eccessive e la carenza del personale amministrativo, cancellieri in testa, rischia di non poter garantire la certezza della pena per chi non rispetta le regole.”

Le pendenze penali del Tribunale pratese sono passate dalle “fisiologiche” 797 del 2006 alle 5556 del 2016. Nello stesso periodo – secondo la FP CGIL – il personale amministrativo si è ridotto di oltre 20 unità di personale. “In questo contesto, la deprivazione sistematica di personale addetto al processo rischia di essere il limite per l’esito positivo del patto per il lavoro sicuro. Occorre a nostro avviso uno sforzo da parte di ogni soggetto interessato, in prima istanza le istituzioni, per potenziare gli organismi di vigilanza e il sistema giustizia. Serve un patto forte come quello stabilito tra Prato e la Regione all’indomani del tragico rogo di via Toscana da cui scaturì l’assunzione di 50 tecnici della prevenzione che hanno erogato un ottimo servizio alla città. Adesso c’è l’evidente necessità di garantire vigilanza e stato di diritto. Nell’interesse di tutto il sistema economico e sociale”.