BpVi, la proposta di ristoro non soddisfa gli azionisti. La Fondazione valuta l’offerta che permetterebbe di recuperare 3 milioni VIDEO


Sono partite oggi le lettere con la proposta di conciliazione che la Banca Popolare di Vicenza farà agli azionisti che hanno comprato le quote negli ultimi 10 anni. I risparmiatori, fra cui molti dei 5 mila soci pratesi, avranno due mesi di tempo per decidere se accettare l’offerta della Banca: nove euro di indennizzo per ciascuna azione, a fronte della rinuncia a portare avanti azioni legali. A quanti aderiranno, e che sono o intendono tornare ad essere clienti del Gruppo, la Banca riserverà condizioni commerciali di favore, su alcuni prodotti come mutui, depositi vincolati e conti correnti.
Per i soci si tratta di una scelta difficile: molti di loro hanno acquistato le azioni al prezzo massimo di 62,5 euro e attualmente hanno in mano titoli che valgono solo dieci centesimi. In pratica viene prospettato loro di recuperare il 14,4% dell’investimento.
Affinchè l’operazione vada a buon fine, l’offerta di transazione dovrà essere accettata da almeno l’80% dei destinatari. Una condizione posta dalla stessa Banca Popolare di Vicenza, che intende abbattere i rischi di contenzioso legale che gravano sui bilanci e sulle prospettive di rilancio. Ad oggi sono ben 10 mila i reclami arrivati alla Banca.

Le associazioni dei consumatori, prima ancora che la proposta fosse ufficializzata nei dettagli, avevano bocciato un ristoro nell’ordine del 15%. Lo stesso fa l’architetto Tiziano Caparrotti, a capo di un gruppo di risparmiatori pratesi: “È un’offerta tardiva; ci hanno tenuti sulla graticola per un anno e mezzo quando potevano fare una proposta di ristoro più rapida, perchè è apparso subito chiaro che a chi aveva comprato azioni a 62,5 euro era stato prospettato un prezzo falso”.

Sotto l’intervista completa.

La proposta di transazione riguarderà anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato che detiene più di 350 mila azioni, e nella svalutazione delle quote ha perso 21,4 milioni di euro. L’offerta della Banca Popolare di Vicenza, in questo caso, dovrebbe aggirarsi sui 3,2 milioni di euro di ristoro.
“Dovremo studiare bene la situazione e valutarla anche alla luce del parere legale che abbiamo chiesto – spiega la presidente della Fondazione Fabia Romagnoli –. Si tratta di una somma piccola in relazione al valore precedente, ma si parla comunque di 3 milioni di euro che potrebbero essere disponibili nei prossimi mesi”. Diversa la situazione di un altro tra i principali azionisti pratesi di Bpvi, ovvero Consiag. La partecipata possedeva quote pari a 9,4 milioni, ma è una società per azioni, una categoria che la Banca ha ritenuto di escludere dalle offerte di transazione. Dopo un tentativo di mediazione fallito, Consiag ha già avviato l’iter per recuperare le somme tramite azione legale in ambito civile.

Nelle prossime settimane potrebbero esserci novità anche per coloro che hanno acquistato azioni della Banca nell’ambito di altri finanziamenti o mutui (le cosiddette “operazioni baciate”), per i soci – circa 500 – scavalcati da altri grossi azionisti nella richiesta di rivendita delle azioni alla Banca, e per le “fasce deboli”, le persone che hanno perso tutti i loro risparmi nella svalutazione delle quote. La BpVi sta valutando altre proposte di transazione che riguardano queste categorie.

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