“A differenza di quanto comunemente crediamo, la maggior parte degli immigrati in Italia sono donne, provenienti da paesi dell’Unione Europea e di
tradizione culturale cristiana. In più, i richiedenti asilo sono una
percentuale infinitesimale: la ragione preponderante del fenomeno
migratorio è da ricercarsi nel lavoro e nei ricongiungimenti familiari”.
Interviene così il professor Maurizio Ambrosini degli studi sociali e
politici dell’Università di Milano nel presentare il 25esimo Dossier
Caritas/Migrantes, dimostrando, dati alla mano, la distanza tra le
opinioni comunemente diffuse tra i cittadini italiani e la realtà del
fatti.
Una forte discrepanza, dunque, tra la percezione comune e la realtà di cui parlano i dati numerici. Questo è quanto emerso dal 25esimo Dossier Caritas/Migrantes, il rapporto statistico annuale sullo stato dell’immigrazione in Italia.
Tra i dati da accogliere, il fatto che la popolazione straniera residente in Italia sia in maggioranza romena; al secondo posto albanesi, poi marocchini e cinesi in quarta postazione. Altro dato: i rifugiati a livello mondiale sono 65 milioni. L’86 per cento trova accoglienza nei paesi del cosiddetto Terzo Mondo, Turchia in testa, mentre solo il 10 per cento negli stati dell’Unione Europea.
Per quanto riguarda la Toscana, dal 1994 ad oggi la popolazione straniera è aumentata di 7 volte. Le province che registrano il maggior numero di immigrati sono, nell’ordine, Firenze, Prato e Pisa.
La direzione in cui andare, a livello sia nazionale che locale, è quella dell’accoglienza e del dialogo, da realizzare attraverso piccoli gesti quotidiani.