E’ tempo di festa medioevale a Luciana, piccola e suggestiva frazione di Vernio. Sabato 24 e domenica 25 giugno la dodicesima edizione nel borgo Case Marchi, organizzata dalla Pro Loco di Luciana con il patrocinio del Comune di Vernio.
Stamani a palazzo Buonamici hanno presentato l’evento l’assessore alla Cultura del Comune di Vernio Maria Lucarini, il neo presidente della Pro Loco Luigi Biagi e un gruppo di volontari in costumi storici, Rita Biagi, Monica Pini, Martina Ferri, Silvia Severini, Carla Biagi, Alessia Storai, Gigliola Fammi, Elena Marini.
“Due giorni a spasso nel tempo. E’ questa la sensazione che i visitatori avranno arrivando a Luciana – ha spiegato l’assessore Lucarini – Ci saranno 60 figuranti ad animare il borgo, reso credibile occultando tutto ciò che di moderno si trova per strada, dai campanelli ai segnali stradali, e ci saranno gli antichi mestieri e la cucina dell’anno mille. Una vera festa, l’unica medioevale in Val di Bisenzio, per una frazione che d’inverno conta solo 39 abitanti e che l’anno passato ebbe in questi due giorni 1.600 visitatori”.
“Siamo all’edizione numero 12 ma ci mettiamo la passione di sempre, cominciando a lavorare per questa festa molti mesi prima – ha aggiunto Biagi – Si è ormai consolidato anche il gruppo di associazioni che collaborano alla riuscita dell’evento e siamo sempre alla ricerca di ricette da scoprire, costumi da ricreare, giochi da riproporre”.
La festa medioevale animerà le vie di Luciana sabato e domenica dalle 17 a tarda notte. Il borgo di Case Marchi ospiterà figuranti, giocolieri, musicanti, artisti, artigiani e antichi mestieri. Ci sarà anche lo Strologo che leggerà il futuro nelle stelle.
Taverne e Hostarie metteranno in tavola piatti tipici del tempo. Una sosta al Paiolo Magico per assaggiare il tegamaccio (carne di maiale stufata con cipolla, sedano, cannella e noce moscata), una all’Hostaria del Conte per un bicchiere di vino e una per la schiacciata del Forno di Mastro Luciano e le prelibatezze della Dolceria. Ci saranno anche il mastro birraio e il caciaio con i formaggi tipici.
Fra i piatti proposti, rigorosamente ispirati alla cucina medioevale (e quindi senza i tanti alimenti provenienti dal Nuovo Mondo), l’acqua cotta con uova e pane nero, il maiale con le 4 salse (la camelina con prugne secche e mandorle, la salsa verde, quella agliata e quella all’uva), i fagioli con la cipolla, la torta al pecorino, le tigelle con il lardo e i maltagliati con lardo e pecorino. Ampia scelta anche per i dolci, dalla torta di carote, alle crostate ai brutti boni. E si potrà assaggiare anche l’Ippocrasso, uno specialissimo vino speziato.
Una delle novità di quest’anno sono i Guardiani dell’Oca, che si esibiranno in spettacoli itineranti per le vie del borgo, mentre i Midnight suoneranno e canteranno musica e testi medioevali. I simpaticissimi giocolieri del Teatro in Libertà faranno divertire grandi e piccini con giochi e acrobazie.
I visitatori troveranno all’ingresso, dal notaro, la piantina della festa e la sacchetta contenente bicchiere e posate perché all’interno della festa sono bandite le stoviglie di plastica o comunque usa e getta. Per la sacchetta si paga una cauzione di 5 euro, che viene restituita a chi la riconsegna.
La frazione di LUCIANA si trova a 529 metri di altitudine. Secondo la toponomastica ha avuto origine da un insediamento di epoca romana, nato in una zona favorevole all’agricoltura e all’allevamento. Sopra l’abitato, su uno dei contrafforti meridionali del Poggio di Petto, gli Alberti possedevano un torrione fortificato, del quale non rimangono tracce, particolarmente importante nel sistema difensivo della parte superiore della Val di Bisenzio. In passato Luciana era al centro di una viabilità essenziale, che collegava San Quirico a Montepiano e Sasseta a Cavarzano attraverso una mulattiera di tracciato medievale che passava nel Fosso del Baco attraverso i castagneti. Di fronte a Luciana, in direzione del Poggiolino, si trova il Sasso delle Fate, un’enorme roccia con spaccatura verticale a cui è legata una leggenda che ha ispirato la festa di Luciana.
Il racconto de IL SASSO DELLE FATE narra la storia della bella Edgarda, figlia del giudice Guidone da Luciana e del Conte Uguccione che l’aveva sedotta togliendola all’innamorato Tebaldo, condannato all’esilio.
Ma il Giudice Guidone e Tebaldo, alleati in nome dell’onore e dell’amore, architettarono una trappola per Uguccione. In una tremenda notte d’inverno del gennaio 1133, mentre s’intrecciavano danze durante una sontuosa festa nel castello di Luciana, a mezzanotte due giovani si presentarono con un falso messaggio per il conte, che veniva d’urgenza chiamato a Vernio al capezzale di una vecchia parente moribonda. Uguccione li seguì e questi, con la scusa che il consueto sentiero era reso impraticabile dalla nevicata, lo condussero abilmente nel luogo ove era stata tesa l’imboscata. Il conte fu incatenato in una grotta dove, alla luce fioca di una lanterna, riconobbe il suo rivale. Chiese pietà promettendo oro e onori, ma Tebaldo e i suoi compagni fissarono le catene a un arpione piantato nella roccia e murarono l’ingresso dell’antro. Il giorno dopo le campane di Luciana suonarono a morto. Edgarda era stata avvelenata dal padre Guidone.