Il sottopasso di via Ciulli resta chiuso: respinta l’istanza di dissequestro del Comune


Il sottopasso di via Ciulli non sarà riaperto: il giudice del Tribunale Luca D’Addario ha respinto la nuova richiesta di dissequestro presentata due settimane fa dal sindaco Matteo Biffoni. Il Comune di Prato aveva condizionato la richiesta di dissequestro all’esecuzione di alcune opere, indicate dall’ingegner Renzo Bessi, consulente dell’amministrazione e autore del progetto preliminare di messa in sicurezza del tunnel, ma anche perito del Tribunale nel processo per la morte delle tre donne cinesi annegate nel tunnel il 5 ottobre 2010. Dopo aver – sotto la giunta Cenni – già impiegato 110 mila euro nel tunnel senza ottenere il dissequestro, il Comune aveva chiesto al Tribunale una sorta di parere anticipato circa l’adeguatezza dei nuovi interventi programmati, per evitare altri esborsi dalle casse pubbliche (quantificati in circa 140 mila euro) e di incorrere nel rischio di danno erariale.

Il giudice, che ha convenuto con il parere contrario espresso dal pubblico ministero Lorenzo Gestri, ha rilevato che “deve ritenersi esorbitare dall’ambito dei poteri di questo giudicante la possibilità di formulare una valutazione di prognosi ‘ex ante’ sull’adeguatezza del complesso intervento di messa in sicurezza evidenziato a corredo della richiesta di revoca”. Ma ha evidenziato anche i limiti tecnici delle opere proposte dal Comune, che si era impegnato a realizzare soltanto una prima fase di interventi di sicurezza attivi e passivi, “tali da determinare (secondo quanto evidenziato dal medesimo ing. Bessi) uno stato di fatto del sottopasso idoneo ad ovviare rischi di allagamento da eventi meteorici relativamente ad un periodo compreso tra dieci e 20 anni”, a fronte della vulnerabilità attuale stimata con tempi di ritorno pari a due anni e ad un termine di legge indicato a 200 anni.

“In assenza di lavori adeguati ad abbattere il rischio idraulico, quel sottopasso non può essere riaperto e riteniamo che l’amministrazione comunale sia tutelata da questo sequestro” è il commento del procuratore capo Giuseppe Nicolosi.
Ancora più addentro alle questioni tecniche va la sentenza del giudice D’Addario. “A fronte delle due fasi nelle quali si dovrebbero sviluppare le opere di messa in sicurezza del sottopasso di via Ciulli solo la realizzazione di quelle attinenti alla seconda fase (e consistenti nella messa in sicurezza del torrente Vella) consentirebbe di rendere l’opera viaria compatibile con rischi corrispondenti a tempi di ritorno di 200 anni e dunque pressochè assoluti mentre gli interventi relativi alla cosiddetta prima fase, gli unici peraltro menzionati dall’istante (il Comune di Prato, ndr), consentirebbero il reiterarsi di episodi con tempi di ritorno assai più ravvicinati”. Nel dispositivo della sentenza, il giudice ha chiesto al Comune di far sapere se nonostante il rigetto dell’istanza di dissequestro intenda richiedere comunque l’autorizzazione ad effettuare i lavori, specificando il tipo di interventi e la tempistica necessaria.

Per le opere sul Vella, relative alla fase 2 del progetto di messa in sicurezza, occorrerebbe il parere di altri enti a partire dal Genio civile e una cifra imponente, stimata in oltre un milione di euro. Il rischio è che a questo punto il sottopasso di via Ciulli resti chiuso ancora per molti anni.

“La proposta di intervento che abbiamo presentato al Tribunale assieme all’istanza di dissequestro del sottopasso di via Ciulli era relativa ad opere che eravamo pronti a far partire, per le quali erano già stati stanziati 140 mila euro, mentre per gli interventi ulteriori sarebbero necessari 1,5 milioni, che non sono disponibili a bilancio” afferma il sindaco Matteo Biffoni. “Abbiamo rispetto per le decisioni del Tribunale, ma ritenevamo anche di aver fatto un lavoro accurato per dare una risposta ai residenti della zona, agli imprenditori che operano in un insediamento artigiano importante e ai cittadini che devono recarsi al nuovo ospedale. Ci interessa anche fare un intervento che regge dal punto di vista del rispetto della Corte dei Conti”.
Avverso il rigetto del dissequestro, il Comune sta valutando il ricorso al Tribunale del Riesame. Se dovesse, anche in quella sede, arrivare una bocciatura, si presenterebbe la questione politica: investire o meno una somma così consistente per permettere la riapertura del tunnel che collega Galciana e Narnali.

 D.Z.

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