21 Aprile 2016

Dopo la mortadella di Prato, arriva anche quella di Montemurlo, realizzata con la macchiaiola maremmana


Anche Montemurlo ha la sua mortadella, realizzata con le parti nobili del suino nero di macchiaiola maremmana, allevato dall’azienda agricola “Il Poggiolino Montemurlo”. Il salume è stato presentato in anteprima questa mattina nel parco di Villa Giamari alla presenza del sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini, che ha detto:« I due terzi del territorio di Montemurlo si estendono nella parte collinare ed è un piacere sapere che ci sono imprenditori come la famiglia Tissi, che investono nella cura dell’ambiente e nella promozione dei prodotti locali. Questo è il nostro valore aggiunto ed è così che si promuove il turismo e l’agricoltura sostenibile».
Inoltre, il sindaco ha sottolineato il valore della giovane imprenditoria agricola al femminile, ben rappresentata da Giulia Tissi, poco più che trent’anni, e figlia del fondatore dell’azienda “Il Poggiolino”, che all’amore del padre per un allevamento di qualità ha aggiunto il marketing e a breve aprirà uno spaccio dove poter acquistare i vari salumi della macchiaiola maremmana.
L’ultima arrivata in casa “Poggiolino” nasce dalla passione del proprietario, Bruno Tissi, per la regina delle tavole bolognesi: la mortadella. Così alcuni mesi Tissi fa contatta il migliore artigiano delle mortadelle bolognesi, Silvio Scapin, da oltre quarant’anni patron di “Artigianquality” nel centro di Bologna e presidio slow food, e gli propone una nuova sfida: realizzare una mortadella dalle carni di macchiaiola maremmana.
Per produrre la mortadella di macchiaiola maremmana Scapin ha utilizzato le parti più nobili dell’animale: prosciutto, parte della pancetta, gola e spalla denervata. Banditi gli additivi chimici e il pepe, mentre il sapore, oltre che dalla consistenza delle carni, viene dalle spezie naturali utilizzate e dosate con maestria: macis, cardamomo, coriandolo e noce moscata.
I suini neri sono allevati all’interno dell’area protetta del Monteferrato ed hanno un dna al 100% toscano. Allevati fin dagli etruschi, i maiali di macchiaiola maremmana fino ad alcuni anni fa era considerati estinti. Il recupero della razza è iniziato nel 2005 con il ritrovamento di un nucleo di riproduttori alle pendici dell’ Amiata ed proseguito grazie al sostegno del progetto europeo Vagal con il patrocinio della Provincia di Grosseto ed alla collaborazione dell’Università di Firenze ed è così rincominciato l’allevato di questa razza antica.