Al CSN il Prof. Brandi e l’associazione Quasar ci guidano verso: “La scoperta delle onde gravitazionali” FOTO


Einstein ne prevedeva l’esistenza esattamente cento anni fa. Ma cosa sono le onde gravitazionali e perché non erano mai state osservate fino ad oggi? Per rispondere a queste domande l‘associazione astronomica Quasar di Prato ha invitato ieri sera il prof. Lorenzo Brandi, laureato in Astronomia a Bologna e docente di fisica a Firenze.

Durante la serata organizzata presso il Centro di Scienze Naturali di Galceti, dal titolo “La scoperta delle onde gravitazionali“, Brandi ha spiegato in parole semplici e con strumenti interattivi al numeroso pubblico presente cosa siano queste onde e come si formino, come possano essere osservate e quale sia l’importanza di aver confermato la loro esistenza: “Il nostro Universo è in continuo movimento: non solo si spostano gli oggetti, ma lo spazio in cui questi si muovono è soggetto ad allungarsi, accorciarsi e così via. Lo spazio stesso in cui ci troviamo immersi è in continuo divenire. L’onda gravitazionale è una deformazione della curvatura dello spaziotempo”. Tutto questo era già stato previsto dalla teoria della relatività di Albert Einstein nel 1916. Il problema, però, è che non era stato fino ad ora possibile un’osservazione diretta del fenomeno. Per due ragioni. Da una parte la carenza di strumentazioni abbastanza sensibili da coglierlo, dall’altra la necessità di un evento di energia tale da produrre un’increspatura percepibile sul nostro pianeta, in quanto parliamo di misure nell’ordine di un miliardesimo di un miliardesimo di metro.

Recentemente due Buchi Neri di circa 36 e 29 masse solari si sono avvicinati tanto da fondersi insieme. Nell’unione l’equivalente di 3 masse solari si è dispersa sotto forma di onde gravitazionali modificando lo spaziotempo circostante. “Un esempio che si fa sovente -chiarisce il Prof. Brandi- è quello di immaginare un lenzuolo ben teso e di farvi cadere sopra una palla pesante. La palla con la sua massa affonda nel lenzuolo provocando un’incavatura. In questo caso invece era come se due palle fossero finite per accostarsi e diventare una cosa sola. Naturalmente a mano a mano che si avvicinavano anche le incavature nel lenzuolo avrebbero dovuto modificarsi creando ripercussioni tutto intorno”. Le due stazioni di LIGO (due interferometri situati rispettivamente ad Hanford e a Livingston, negli Stati Uniti), sono riusciti a vedere queste ripercussioni, l’onda prodotta. Anche l’Italia possiede un potente rilevatore, VIRGO, situato proprio in Toscana, a Cascina. Purtroppo al momento dell’evento l’impianto si trovava in fase di upgrade (è infatti capace di percepire frequenze ancora più basse rispetto alla strumentazione americana). Il contributo italiano è stato comunque importante grazie alla condivisione del sistema di analisi.

Ma qual è l’importanza di questa osservazione?: “Ci dice che abbiamo strumenti sensibilissimi e ci dà la prova diretta dell’esistenza di buchi neri, altrimenti non osservabili -conclude Lorenzo Brandi-. Ed è una conferma alla teoria della relatività di Einstein. Torniamo all’esempio del lenzuolo: lanciando una biglia questa non va dritta, perché c’è una deformazione, quindi gira intorno alla curvatura. In questo caso la palla pesante è un corpo celeste e la biglia un pianeta che orbita intorno al corpo celeste”.

L’associazione astronomica Quasar è nata a Prato nel 1983 e ha sede in Via di Galceti, n. 74. Organizza incontri di osservazione astronomica e conferenze, star party in montagna con telescopi portatili, corsi nelle scuole e corsi per la cittadinanza per avvicinare giovani e adulti alla conoscenze delle scienze astronomiche. Per ulteriori informazioni è consultabile il sito: http://www.astroquasar.it/index.html .

Chiara Gori