Poliziotti cinesi assieme a poliziotti italiani per controllare le Chinatown e incentivare l’apertura della comunità orientale alla collaborazione con le istituzioni a tutela della sicurezza. È l’iniziativa che sarà sperimentata a Milano e Roma, a partire dalla prossima settimana. Esclusa Prato, che pur ospitando una delle principali comunità cinesi d’Europa e un distretto del pronto moda di portata internazionale, non è stata presa in considerazione dal Ministero degli Interni per la sperimentazione del progetto che sarà annunciato lunedi e partirà il giorno successivo. A dare notizia della collaborazione tra il Viminale e la Polizia di Pechino è stato, stamani, il Corriere della Sera, che ha anticipato il coinvolgimento di quattro poliziotti cinesi (due a Roma e due a Milano) nel pattugliamento dei quartieri etnici delle metropoli per due settimane.
“È un’iniziativa nata a livello centrale e non ci sono stati contatti con il Viminale” si limita a dire il prefetto Maria Laura Simonetti, secondo la quale l’opportunità di sperimentare anche a Prato le pattuglie miste italo-cinesi “verrà valutata nelle sedi opportune”.
“La sperimentazione viene fatta a Milano e Roma che da un punto di vista della sicurezza e della criminalità presentano un quadro assai diverso dal nostro – premette il sindaco Matteo Biffoni – ma se avrà risultati positivi, ben venga quest’esperienza anche a Prato”. Secondo il primo cittadino l’iniziativa potrebbe avere un impatto positivo. “Si tratta di studiare con attenzione le modalità di questa collaborazione e di trovare agenti che parlino correttamente i dialetti cinesi utilizzati a Prato” – continua Biffoni, il quale sottolinea: “Ripongo grande fiducia nel lavoro delle nostre forze dell’ordine e anche i cittadini cinesi dovrebbero averne”.
D.Z.
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