Nuovo ospedale, raddoppiati gli accessi di bambini e neonati: nel 2015 sono stati quasi 17mila. Staff medico in affanno


Da 8500 nel 2012 a quasi 17mila nel 2015. Sono i numeri degli accessi di neonati e bambini fino a 14 anni al pronto soccorso del Santo Stefano. Dati pressocché raddoppiati, che parlano di un autentico boom e di un fenomeno di interesse sociale prima che di una questione di carattere sanitario.

Lo scorso anno sono stati 47 gli accessi medi giornalieri attraverso il triage, arrivati a sforare persino quota 100 durante i week-end. Nel 93% dei casi si è trattato di codici bianchi, azzurri o verdi, con segni e sintomi che potevano richiedere la semplice consulenza del pediatra di famiglia.

“Una volta c’era una maggiore tolleranza al sintomo – sottolinea Pier Luigi Vasarri, direttore dell’Unità Operativa Pediatria del nuovo ospedale -. Ora arrivano bambini che da tre ore hanno la febbre. C’è una componente ansiosa nei genitori e nei parenti per cui richiedono una visita nel minor tempo possibile e nel caso dei bambini tutti vogliono il pediatra. I numeri stanno esplodendo: solo nel mese di febbraio abbiamo avuto 300 accessi in più rispetto allo stesso periodo del 2015”.

Ad oggi sono 22 i medici che fanno parte dell’Unità operativa di Pediatria: di questi, 12 si dedicano prevalentemente alle attività ambulatoriali e di pronto soccorso. Uno staff impegnato ma in affanno, visto il record tutto pratese. Che sconta, tra le altre cose, anche l’assenza di una guardia pediatrica disponibile nelle giornate di sabato e domenica e in grado di tamponare la situazione. La sperimentazione del servizio, partita nel 2004 in 9 Asl su 12, è stata infatti presto accantonata.

“Come da noi, le altre strutture della nostra Asl o del resto della regione sono in difficoltà perché, soprattutto nei fine settimana, manca una continuità assistenziale e un pediatra di riferimento sul territorio”, rimarca Vasarri.

Un appuntamento importante per la riorganizzazione della rete pediatrica regionale sarà il tavolo di confronto del prossimo 16 marzo a Firenze, anche alla luce della recente riforma sanitaria toscana che ha portato all’accorpamento delle Asl.

“In quell’occasione discuteremo dei nostri numeri e di tutte le criticità per studiare le migliori strategie di intervento – conclude Lucilla Di Renzo, dirigente medico al Santo Stefano -. Sarà un momento prezioso, di coordinamento, che vedrà in un’ottica futura la supervisione del Meyer”.

Giulia Ghizzani