Anche il 2016 non sarà un anno facile per la gestione dell’emergenza sbarchi, dato che le previsioni parlano di flussi pari a quelli che hanno interessato l’Italia nel 2015. Perché l’arrivo di richiedenti asilo sul territorio crei il minor disagio possibile le istituzioni toscane stanno lavorando prima che si arrivi all’emergenza. Oggi in Prefettura a Firenze si è riunito il tavolo di coordinamento regionale alla presenza del sindaco di Prato e presidente di Anci Matteo Biffoni e dell’assessore regionale Vittorio Bugli. Per il Comune di Prato era presente anche il vicesindaco Simone Faggi.
“Dopo due anni possiamo dire che il sistema Toscana è il migliore esistente, ma perché il sistema tenga è necessario che ogni territorio faccia la propria parte – ha detto Biffoni. – Al momento ci sono almeno 70 Comuni che non hanno accolto richiedenti asilo ma che potrebbero farlo senza problemi”.
Le prefetture di tutti i territori hanno già fatto i bandi e in questo momento le percentuali di ripartizione sono rispettate: “E’ importante che anche le nuove ripartizioni, come è avvenuto ultimamente, tengano conto di alcuni criteri, come la presenza di immigrati sul territorio. – ha sottolineato Biffoni – Inoltre è fondamentale una procedura di uscita nei casi in cui la richiesta di asilo viene negata e chiediamo l’impegno da parte del ministero dell’Interno per sostenere i rimpatri volontari assistiti”. A breve si riunirà un tavolo tecnico dell’Anci con i Comuni capoluogo.
In questo momento a Prato sono presenti 444 richiedenti asilo. La Prefettura a dicembre scorso ha pubblicato un bando per dare accoglienza a 700 persone, ma le domande pervenute coprono soltanto 480 posti. “E’ importante che la Toscana si muova tutta insieme e senza aspettare l’emergenza per affrontare un tema delicato come l’accoglienza dei richiedenti asilo. – ha spiegato Faggi – Il Comune di Prato ha sempre fatto la propria parte, anche in collaborazione con la Prefettura, e ha dato il massimo. Tener conto dell’incidenza di migranti sulla popolazione residente nel momento in cui si fanno le ripartizioni è fondamentale per salvaguardare il modello di accoglienza della Toscana e, al contempo, per evitare conflittualità. Davanti a fenomeni di questa portata è essenziale lavorare in sinergia tra istituzioni”.
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