C’è chi vuole puntare sulla produzione di olio extravergine di oliva, chi sceglie l’allevamento di capre e chi preferisce occuparsi delle api per ricavare miele. Fino ad arrivare alla proposta di “adottare a distanza un oliveto”, con tanto di APP per far seguire al cliente l’avanzamento delle coltivazioni.
Sempre più giovani toscani sognano di vivere e lavorare a contatto con la natura. E tra questi, anche molti pratesi. Un ritorno alle origini che ha sorpreso, prima di tutto, l’Assessorato regionale all’Agricoltura, sommerso dalle domande di adesione al bando per imprenditori agricoli – è proprio il caso di dirlo, “in erba” -, che rientra nel pacchetto Giovanisì. Il progetto prevede l’erogazione di un contributo iniziale (pari a 40mila euro, 50mila in zone montane) per l’avviamento di nuove realtà, oltre alla possibilità di ottenere agevolazioni e rimborsi sugli investimenti in macchinari e strumenti.
Il successo lo raccontano i numeri: sono state ben 1.761 le richieste dei partecipanti, 29 partite proprio dalla Provincia di Prato. Un vero e proprio boom, che ha spinto i vertici regionali ad alzare la soglia degli investimenti, portando il plafond da 40 a 100 milioni totali. Saranno quindi finanziate 686 richieste ed 8 nuove attività vedranno la luce nel distretto o nei Comuni vicini, per oltre 1 milione mezzo di euro di aiuti economici.
Secondo le stime, le nuove aziende porteranno in 3 anni oltre 8mila nuovi occupati sull’intero territorio regionale. Un’ultima curiosità: la maggior parte dei giovani intende mettere in piedi da sola la propria attività: a presentare domanda sono state infatti 1.307 aziende individuali, circa il 74% del totale.
Giulia Ghizzani