Quest’anno il Carnevale di Paperino non si farà. Come riferisce il comitato organizzatore dell’evento, che fa capo al circolo Arci della frazione, non si è riusciti a trovare uno spazio per costruire i carri per le sfilate. La circostanza è stata aggravata dalla data precoce di inizio del carnevale, il 24 gennaio, che ha ristretto ulteriormente i tempi per le ricerche. Il circolo, infatti, non ha a disposizione un’area ben precisa per l’allestimento di tali carri, ma di anno in anno si sono trovate soluzioni di fortuna, di solito capannoni sfitti messi a disposizione da residenti nella zona.
Quest’anno, dunque, niente sfilate di carri e di maschere, ma solo una festa per i bambini il martedì grasso e la domenica precedente, ancora da definire nei tempi e nei luoghi di svolgimento.
“E’ stata per noi dolorosa la decisione di non fare niente” spiega Simone Orciatici, membro del comitato organizzatore del carnevale “ma abbiamo preferito fare così, piuttosto che presentare qualcosa che non era più il carnevale che la gente era abituata a conoscere. Purtroppo non abbiamo mai avuto aiuto da nessuno per trovare gli spazi. Il contributo dell’amministrazione comunale è minimo e le spese son sempre state tante, per questo negli ultimi anni abbiamo dovuto far pagare il biglietto di ingresso”. Biglietto di ingresso che per le due feste del 7 e del 9 febbraio 2016 non si pagherà più.
Il carnevale di Paperino, che ha il patrocinio del comune di Prato, è uno dei più noti e frequentati della città. Si tiene dal 1977, impegna circa 300 volontari, ed è saltato un solo anno, nel 1986, per lo stesso motivo di questa edizione 2016: assenza di spazi per l’organizzazione di carri e maschere.
La cittadinanza, persone di ogni età e generazione, esprime il suo dispiacere. “E’ una grande perdita” commenta una signora “io ci andavo tutti gli anni pur non avendo bambini piccoli. Speriamo che il sindaco o chi per lui faccia qualcosa”. Le fa eco una ragazza: “Mi sembra così strano che quest’anno non si faccia niente, per me è un appuntamento fisso da quando sono bambina”.
Lucrezia Sandri
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