Un esposto in Procura per verificare le reali condizioni di sicurezza dell’opera, testare l’esecuzione corretta dei lavori e delineare eventuali profili di responsabilità da parte del Comune. Sul sottopasso del nuovo ospedale il Movimento Cinque Stelle vuole vederci chiaro. In attesa del completamento dell’infrastruttura, i pentastallati passano in rassegna criticità e disagi: tra gli ultimi episodi eclatanti, quello dello scorso 10 giugno quando, a seguito di un temporale, il distacco della parete di terra che costeggia la strada finì per intasare le pompe idrovore e allagare la zona.
Intanto – spiegano i consiglieri – “l’apertura al traffico prosegue in via provvisoria e senza il collaudo tecnico-amministrativo che avverrà solo a operazioni ultimate”.
“Decisamente allarmati abbiamo richiesto l’accesso agli atti che riguardano la costruzione del sottopasso – spiega la consigliera Silvia La Vita – e dallo studio di questi atti sono emerse cose che a nostro avviso non tornano. Qui si mette a rischio la sicurezza dei cittadini perché, di fatto, quello è ancora un cantiere aperto: dopo due anni dall’entrata in funzione del nuovo nosocomio le operazioni sono ancora in corso e ciò che è accaduto a giugno potrebbe, potenzialmente, risuccedere. Magari finendo per coinvolgere vite umane”.
Prosegue poi la battaglia contro l’interramento al Soccorso: i tre esponenti cittadini del Movimento stanno lavorando in collegamento con Roma, grazie al supporto del parlamentare Diego De Lorenzis, per capire l’entità dei finanziamenti e le strategie da mettere in campo per bloccare i cantieri.
“L’interramento a nostro avviso è un’opera folle, non solo per i costi, visto che si parla di 36 milioni di euro stimati per la realizzazione, ma anche per la sicurezza. Ci riferiamo alla falda acquifera e all’impatto ambientale e quindi vogliamo avere chiarimenti a livello parlamentare – rimarca ancora il Movimento 5 Stelle -. Qui ogni volta che piove si allagano i sottopassi: se non si è in grado di far fronte a queste situazioni e di completare in tempi brevi un sottopasso come quello di viale Nam Dinh, ci domandiamo come sia possibile mettere in ponte una costruzione faraonica di quelle dimensioni. Viste le problematiche che scontiamo, cosa potrebbe in quel caso, al Soccorso?”.
Giulia Ghizzani
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