Ampliamento Peretola, Riggio (Enac): “La pista più lunga crea meno problemi ai pratesi”


“Mi auguro che in sede di conferenza dei servizi la posizione della Regione possa sciogliersi di fronte alle considerazioni tecniche che Enac ha prodotto ed è disponibile a continuare a produrre. In ogni caso la legge prevede che in caso di dissenso insanabile, prevalga la posizione tecnica di Enac”. Si esprime così Vito Riggio, presidente dell’Ente nazionale aviazione civile sul nodo urbanistico tuttora irrisolto relativo alla lunghezza della nuova pista di Peretola: i 2000 metri previsti dal Pit della Regione Toscana contro i 2400 metri proposti da Toscana Aeroporti e ammessi dallo stesso Enac.
Del resto, a domanda diretta, su come risolvere le difformità, il nuovo assessore regionale all’urbanistica e alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli è piuttosto esplicito: “C’è una volontà politica di andare avanti da parte della Regione. Si tratterà di verificare come possono essere eventualmente modificati gli strumenti urbanistici o comunque come può essere risolta una situazione che si è determinata”.
Il progetto di ampliamento dello scalo fiorentino va avanti, insomma e Toscana Aeroporti accelera sulla nuova pista. Mentre è in corso la procedura di Via al Ministero dell’Ambiente, e i sindaci della piana hanno già annunciato nuove osservazioni per carenze individuate nel progetto, la società è presente in piazza della Repubblica a Firenze con uno stand informativo aperto a tutti, in cui vengono illustrate ricadute economiche e ambientali della nuova opera. Il materiale esposto prevede un video, brochure, alcuni pannelli, un simulatore di volo e una piantina dove si possono individuare traiettorie di decollo e atterraggio, tutte dalla parte di Prato, e quote di sorvolo. Per San Giorgio a Colonica si parla di circa 580 metri di altitudine, mentre per la zona delle Badie ci si attesta a circa 400 metri.

Carrai: “Gli aerei non decolleranno su Prato, ma parallelamente a Prato”

Per quanto riguarda l’inquinamento acustico, il presidente di Toscana Aeroporti Marco Carrai si riferisce alla soglia dei 60 decibel di rumore indicata dalla legge (oggi sono un migliaio i fiorentini più esposti, mentre con la nuova pista si contano una cinquantina di persone) ed esclude ripercussioni per Prato. “Se i pratesi venissero qui al nostro stand – afferma Carrai – potrebbero vedere nel plastico che gli aerei atterreranno e decolleranno non dalla parte di Prato, ma dalla parte nord. Non su Prato, ma parallelamente a Prato e quindi le condizioni dei cittadini pratesi saranno assolutamente in linea con gli standard previsti dalla legge. Per loro non ci saranno peggioramenti e questo non solo perchè lo dice la legge, ma anche perchè noi non vogliamo fare sviluppo a discapito delle persone”.

“Più lunga è la pista, minore è l’inquinamento”
Sempre in fatto di inquinamento acustico e ambientale è il presidente di Enac Vito Riggio a spiegare le differenze tra una pista di 2.400 metri e una di 2 mila metri. “Qui a Firenze d’estate a pieno carico con 2 mila metri di pista non si riesce a partire con tutto il pieno di benzina e questo determina un notevole sforzo dei motori e un raddoppio dei rumori rispetto a quelli normali. Inoltre c’è un problema di sicurezza: più lunga è la pista, più si decolla e soprattutto si atterra sicuri. In terza istanza con la pista da 2400 metri c’è minore inquinamento per la ragione che ho detto prima”. Quindi paradossalmente i pratesi che temono la pista da 2400 metri, dovrebbero auspicarla?
“Se non ci fosse l’aeroporto non ci sarebbe problema – risponde Riggio – Ma siccome l’aeroporto c’è, quanto più la pista è sicura e quanto prima si alzano in volo gli aerei, quanto meno i cittadini di Prato vengono impattati. Una pista corta crea loro più problemi. Ovviamente se la pista non ci fosse non avrebbero problemi del tutto, ma noi partiamo dall’idea di rendere compatibile l’infrastruttura con il massimo in termini di sicurezza e di ambiente”.

Tempi e finanziamenti dell’opera, la posizione di Enac
“Ragionevolmente dico che entro la fine del 2016 noi potremmo avere l’opera iniziata, e finita nel 2017 come avevamo programmato”. Lo ha affermato Vito Riggio, presidente dell’Enac, parlando del progetto di nuova pista per il potenziamento dell’aeroporto di Firenze, in occasione di una tavola rotonda organizzata da Toscana Aeroporti.
Riggio si è soffermato sulla procedura di Via in corso: “Spero che entro fine anno il parere positivo arrivi – ha detto – e a quel punto si passa subito alla conferenza dei servizi, dove tutti gli enti locali interessati hanno diritto e dovere di dire la loro: evidentemente con tempi accorciati il più possibile, senza comprimere il dibattito, ma sapendo che dopo bisogna andare all’opera. La valutazione ragionevole è che entro primavera possa essere esaurito il ciclo amministrativo, fra primavera e giugno: a quel tempo lì si fa la gara, che ha tempi europei perché servono 60 giorni per l’individuazione delle persone”. Secondo il presidente dell’Enac “bisognerebbe che tutti si impegnassero come facciamo noi, come abbiamo già fatto, per stringere al massimo”, tenendo conto del fatto che “stiamo facendo tutto questo per fare un aeroporto e non per non farlo”.

Quanto ai finanziamenti pubblici da cui attingere, i vertici di Toscana Aeroporto hanno ricordato l’impegno del Governo a finanziare l’opera fino a 150 milioni di euro, con uno stanziamento di 50 milioni già inserito del decreto Sblocca Italia. “C’è un impegno formale che è stato assunto dal ministro precedente, in parte trasfuso nel decreto legge per 50 milioni, in parte ottenibile da fondi che esistono, si tratta solo di mutare il titolo” ha aggiunto Vito Riggio, presidente dell’Enac, che si è detto pronto a cofinanziare il progetto. “Noi abbiamo degli avanzi di amministrazione, possiamo metterli a disposizione – ha spiegato Riggio, a margine di una tavola rotonda organizzata da Toscana Aeroporti – ovviamente non di quella dimensione. Per il momento ce ne sono 50 più un nostro avanzo di amministrazione che stiamo stimando e che può dare una mano. Grazie a Dio l’Enac, essendo un ente attivo dal punto di vista finanziario, negli ultimi anni ha restituito 500 milioni per investimenti, come prevede la legge: ma questo è un investimento strategico previsto da una legge specifica e diamo il nostro contributo. Ovviamente non può coprire quella cifra di cui si è detto ma può dare una mano”.

Dario Zona

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