Slitta in mezza Toscana il primo giorno di scuola. In molti istituti della regione, la prima campanella suonerà con 24 ore di ritardo. Il motivo è l’assemblea promossa dai sindacati e prevista per le prime 4 ore di lezione di lunedì 15 settembre.
Tre, in sostanza, le critiche mosse alla riforma e condivise, in parte, anche da alcuni studenti: il potere dei presidi di pianificare assunzioni e piani formativi triennali (con ricadute sull’uniformità di insegnamento), un sistema di valutazione degli insegnanti e delle scuole ritenuto troppo arbitrario e, infine, il nodo assunzioni, oltre all’incognita del personale Ata.
Se a Firenze, Massa, Lucca e in alcune strutture livornesi lo slittamento è già stato messo in cantiere, a Prato non c’è nulla da temere. Le lezioni ripartiranno puntuali: le assemblee delle parti sindacali verranno spalmate nelle settimane a venire, fino agli inizi di ottobre.
“Abbiamo deciso unitariamente di non fare un’iniziativa di questo tipo. Abbiamo pensato, piuttosto, di spalmare le assemblee in diverse giornate. Un calendario, insomma, che è iniziato stamani con una riunione al comprensivo Bartolini di Vaiano per illustrare ai lavoratori le proposte dei sindacati”, spiega Daniele Monticelli della Flc-Cgil.
Lezioni garantite per il 15, insomma, ma mobilitazione che continua comunque ad andare avanti: Cgil, Cisl, Uil e Gilda stanno infatti mettendo a punto una manifestazione unitaria per far sentire – in occasione della riapertura dell’anno scolastico – la loro voce. Sarà quindi organizzato un presidio all’ingresso di una scuola simbolo, sempre il 15 settembre.
“L’idea è di prendere una scuola simbolo di esigenze e bisogni specifici – sottolinea Monticelli -. Potrebbe essere una scuola dedicata all’handicap e all’intercultura come una scuola di montagna, con tutte le problematiche dei comuni pedemontani”.
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