E’ passato un anno da quando è partito ufficialmente il progetto della Regione lavoro sicuro, che prevede ispezioni all’interno delle aziende cinesi, ed è tempo di primi bilanci. Sono state controllate 3.341 aziende, più di quelle previste dalla tabella di marcia. Tra i dati positivi l’alto rispetto delle prescrizioni impartite, pari all’85% e gli oltre 3,4 milioni di euro di sanzioni riscosse. I controlli fatti dalla Asl hanno permesso di riscontrare un numero alto di irregolarità: sono state registrate, infatti, nel 68,8 % dei casi. 1978 le prescrizioni notificate alle aziende, 1870 le informative di reato, che in 186 casi hanno comportato sequestri o chiusure delle imprese.
Confermato il dato che vede le principali irregolarità concentrate nei macchinari utilizzati per le lavorazioni, poi negli impianti elettrici non a norma, nei problemi di igiene, nella presenza dei dormitori e di cucine con bombole di gas. “Quello che emerge – commenta il presidente della Regione Rossi – è un quadro che continueremo a tenere sotto controllo con l’obiettivo primario di accrescere la sicurezza di chi lavora per scongiurare tragedie come quella della Teresa moda, di garantire tutela, legalità e presenza dello Stato in tutte le sue articolazioni”. Renzo Berti, coordinatore del progetto, ha ricordato come nei prossimi mesi il programma di attività preveda il completamento dei controlli in tutte le circa 7.700 aziende presenti nell’area che va da Firenze a Pistoia e comprende anche l’empolese, il rilancio del patto per il lavoro sicuro al quale per il momento hanno aderito 155 aziende, l’impegno per l’emersione fiscale ed infine il passaggio dalla fase straordinaria all’attività ordinaria di controllo. “I nostri programmi – ha concluso Berti – prevedono di sottoporre a controlli altre 1.100 imprese da qui al 31 dicembre 2015. E stimiamo che entro fine anno riusciremo ad incassare un totale generale di 4,5 milioni di euro di sanzioni”.
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