10 Settembre 2015

Ampliamento Peretola, ecco lo studio sull’inquinamento acustico e ambientale presentato al Ministero


Toscana Aeroporti ha presentato al Ministero dell’Ambiente le integrazioni alla valutazione di impatto ambientale (Via). Si tratta di migliaia di pagine e tabelle che mirano a superare i rilievi e le carenze progettuali ravvisate dal Ministero lo scorso luglio. Adesso cittadini ed enti, che possono consultare i documenti sul sito del Ministero, hanno altri 60 giorni di tempo – fino al 4 novembre – per presentare le proprie osservazioni. Successivamente il ministero entro 90 giorni si deve esprimere sull’assenso alla Via. In caso di parere positivo, si aprirebbe la Conferenza dei servizi al Ministero delle Infrastrutture, a cui parteciperà anche il Comune di Prato. Sarà quella la sede per sciogliere il nodo della lunghezza della pista (i 2400 metri indicati da Enac e Adf o i 2000 metri previsti dalla Regione con il Pit): a chiudere la conferenza dei servizi potrà essere un decreto legge della presidenza del Consiglio, a cui spetta l’ultima parola sull’iter autorizzativo e che può dirimere le difformità urbanistiche a livello locale facendo valere l’interesse nazionale dell’opera.

Le integrazioni presentate da Toscana Aeroporti
Tra le novità progettuali individuate da Toscana Aeroporti ci sono la previsione di dune antirumore dal lato del polo scientifico e tecnologico di Sesto Fiorentino, alcune modifiche al sistema idraulico per superare problemi come le interferenze con la cassa di espansione di Padule e con il canale dell’aeroporto e atri interventi, che fanno salire a 126 milioni il costo delle “mitigazioni ambientali”, circa 16 milioni in più rispetto ad una prima stima.
Confermato lo spostamento del Fosso Reale che dovrà essere deviato verso ovest in direzione parallela al sedime aeroportuale, aggirare in testa la nuova pista e quindi attraversare l’autostrada A11. Un’opera imponente, quest’ultima che comporterà il rialzamento dell’autostrada con un ponte e avrà bisogno di una deroga speciale del Ministero dei Trasporti. Vista la vicinanza del casello di Firenze Ovest e lo svincolo per il distributore dell’Agip, infatti, in quel punto l’autostrada non può essere alzata più di 70 centimetri (a quota 37,40 metri), mentre il nuovo ponte porterebbe ad un rialzamento di 5,5 metri (a una quota di 42,20 metri).
Il Ministero dovrà esprimersi anche sulla mancanza del franco idraulico del ponte: secondo i tecnici di Toscana Aeroporti, il masterplan prevede soluzioni alternative tali da garantire criteri di sicurezza equivalenti. Nello studio sono citati i livelli idrici del Fosso Reale in caso di precipitazioni estreme: nell’ipotesi più gravosa (tempi di ritorno di 200 anni e durata di 36 ore) “i livelli non salgono oltre la quota di 39,77 metri sul livello del mare e quindi, nel tratto di progetto, le arginature del Fosso Reale poste a quota 40,50 metri sono in grado di contenere i livelli idrici dell’evento”.

Leggi la relazione generale delle integrazioni presentate al Ministero dell’Ambiente

No a sorvoli di Firenze, ecco lo studio sull’inquinamento acustico
Sul fronte della popolazione esposta ai rumori, Toscana Aeroporti ha fornito rassicurazioni al Ministero dell’Ambiente, assicurando che i sorvoli su Firenze saranno assai limitati. Contrariamente a quanto denunciato dai Comitati, che citando la mappa dei rumori di Arpat avevano parlato nei mesi scorsi di movimenti aerei su Firenze nel 18% dei casi, Toscana Aeroporti ha ribadito che la nuova pista sarà mono-direzionale e che solo nei casi di emergenza, dovuti al meteo o alla sicurezza del volo, si potranno avere sorvoli dell’area cittadina di Firenze con rotte disegnate in modo da escludere il centro storico. “Si tratta di condizioni che statisticamente potranno riguardare 16 movimenti/anno nello scenario 2018 e 24 movimenti l’anno nello scenario 2029”.
Si tratta dunque di circostanze assai sporadiche: sia in fase di decollo che di atterraggio la quasi totalità dei voli – a regime sono previsti fino a 22 movimenti l’ora (oggi sono al massimo 15) – transiteranno dalla parte di Prato. Del resto, tra gli obbiettivi prefissati per la costruzione della nuova pista, come riportato nel master plan c’era quello di “eliminare il sorvolo della città di Firenze e del Comune di Sesto Fiorentino”.
Le integrazioni hanno riguardato anche le mappe dei rumori: le curve isofoniche entro cui il rumore raggiungerà i 60 decibel (db/A) abbracciano alcuni ricettori sensibili (scuole, case di cura e di riposo) nel comune di Campi Bisenzio, dove anche una porzione del parco di Villa Montalvo è interessata da questo livello acustico.
Per quanto riguarda i livelli di inquinamento acustico relativi al Comune di Prato non ci sono particolari indicazioni.
Valutazione di impatto sanitario
Toscana Aeroporti ha presentato anche la Valutazione di Impatto sanitario (Vis), che fa parte integrante della procedura di Via. A redigerla il professor Luigi Manzo, docente a contratto presso l’Università degli Studi di Pavia e l’Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS). Nelle 94 pagine dello studio si analizzano i fattori di inquinamento ambientale della zona dell’aeroporto con i dati dei campionamenti effettuati nel mese di agosto; e si fa una simulazione modellistica – scenario attuale e previsioni 2018 e 20129 – sulla propagazione di metalli pesanti in un’area di 10 km attorno all’aeroporto, che include anche il Comune di Prato.
Queste le conclusioni dello studio: “Nel complesso, i dati modellistici riferiti ai sopra citati inquinanti chimici indicano che l’attività del futuro aeroporto comporterebbe un modesto aumento degli attuali livelli emissivi. Sia nello scenario attuale (2014), sia in quelli futuri (2018 e 2029), il contributo maggiore dell’aeroporto alla concentrazione atmosferica di inquinanti si avrebbe nell’area dove sono posti gli insediamenti produttivi dell’Osmannoro”.

Nello studio sono indicate anche le mappe del rischio cancerogeno da esposizione a metalli pesanti per via inalatoria. Per il Pm 10, ad esempio, nel caso della popolazione residente in prossimità dell’aeroporto fiorentino si stima un incremento medio annuo di esposizione “pari a 5 g/m3, che da solo inciderebbe per un decimo sul valore limite di legge del PM10 (50 g/m3) da non superare per più di 35 volte in un anno solare”.
Seguendo le indicazioni Ispra sull’incidenza di tumore polmonare, considerando l’aumento di PM 10 correlato alla nuova pista, si avrebbero “al massimo 0.0234 casi aggiuntivi di tumori polmonari su 100.000 soggetti esposti, ipotizzando una esposizione pari a 2.4 g/m3 per l’intero arco della vita”.

Terza corsia e termovalorizzatore più inquinanti del nuovo aeroporto

Nella Vis ci sono poi alcune previsioni – dopo le richieste di integrazioni del Ministero dell’Ambiente – che prendono in considerazione altri fattori di inquinamento, destinate ad aggiungersi sull’area: termovalorizzatore di Case Passerini, terza corsia dell’autostrada A11. Lo studio commissionato da Toscana Aeroporti specifica che sono proprio queste ultime due opere, più della nuova pista, a generare maggiore inquinamento. Alla fine, le conclusioni, tendono a rassicurare, pur auspicando analisi più approfondite: “La VIS qui condotta evidenzia l’assenza di significativi rischi sanitari correlati al previsto esercizio aeroportuale e agli effetti cumulativi con altri potenziali fattori di pressione quali il previsto termovalorizzatore, l’ampliamento della terza corsia della A11, il traffico urbano ed extraurbano lungo la A1 e la rete infrastrutturale circostante. La stessa potrebbe, al più, essere approfondita per meglio verificare l’impatto sanitario legato all’insieme delle sorgenti di inquinamento che interessano il territorio in prossimità dell’aeroporto fiorentino. Una valutazione integrata, fatta con il supporto di competenze tecniche multidisciplinari, potrebbe essere utile anche per definire, in termini di bilancio, le ricadute socio-economiche (positive e negative) dell’opera in progetto, la distribuzione/equità degli impatti, i costi dovuti agli impatti sanitari dell’inquinamento e la natura degli interventi correttivi e mitigativi più appropriati da mettere in atto. Sulla falsariga di quanto già avviene in altri paesi, tale approfondimento potrebbe avvenire, in modo partecipato, attraverso la collaborazione di esperti di varie discipline, coinvolgendo rappresentanti della comunità locale e delle istituzioni competenti in materia ambientale e sanitaria”.

Leggi la valutazione di impatto sanitario

Ecco il link dove si può consultare tutta la documentazione integrativa presentata da Toscana Aeroporti.

 Dario Zona