“Un patto sociale per i servizi socio assistenziali”: è la proposta del presidente della Fondazione Opera Santa Rita Roberto Macrì, che interviene a proposito dell’intenzione espressa dal Comune di mettere a bando tutti i servizi (leggi l’articolo), dopo i gravissimi di maltrattamento agli anziani ricoverati nella Rsa di Narnali.
“Se un eventuale bando per l’affidamento si ridurrà alla mera ricerca di un minor costo per l’Amministrazione non risolveremo il problema” mette in guardia il presidente dell’Opera Santa Rita, che auspica siano tenute in considerazione la complessità dei servizi socio-assistenziali e la necessaria professionalità e affidabilità dei soggetti gestori.
Di seguito l’intervento integrale di Roberto Macrì.
“L’affidamento dei servizi, soprattutto nell’ambito dei servizi rivolti a soggetti fragili ed indifesi, è divenuto in questi giorni di grande attualità dopo la triste vicenda della Rsa di Narnali. Il sindaco Matteo Biffoni ha reso nota l’intenzione del Comune di Prato di procedere all’affidamento dei servizi solo tramite bandi di gara. Non ho niente in contrario alla ipotesi. Mi permetto però di esprimere alcune libere considerazioni a corollario, che sorgono dalla percezione che il problema non sia tanto di ordine tecnico (bando o non bando) quanto di qualità che si intende garantire ai servizi e, conseguentemente, di scelta politica.
Più precisamente: quali sono le caratteristiche che i soggetti gestori devono avere. Non sono convinto che un soggetto inserito nel territorio e nella comunità dove opera sia equivalente ad un soggetto che viene sul territorio solo perché indotto dal partecipare ad una gara di appalto; quali requisiti minimi di affidabilità tali soggetti devono avere; quali dimensioni organizzative sono in grado di esprimere; quali e quante figure professionali si ritiene utile siano presenti nel singolo servizio; quali garanzie contrattuali minime gli operatori si ritiene debbano avere; quali ritmi di lavoro si ritiene ragionevolmente possibile richiedere ai lavoratori in un contesto complicato come quello del settore socio assistenziale; quali strumenti formativi e di ricarica psicofisica riteniamo utili fornire ai lavoratori per evitare il burn-out; con quali strumenti si intende perseguire il controllo e l’indirizzo nella gestione del servizio; con quali strumenti, a condizioni date, il gestore deve impegnarsi a rendere meno impattante il costo del servizio.
Questi temi sono trasversali e non possono essere affrontati dai singoli soggetti parte in causa autonomamente. Sarebbe auspicabile quindi che il sindaco aprisse un confronto aperto su queste sollecitazioni, per trovare insieme le soluzioni più appropriate. Se come sta emergendo in questi giorni, siamo davvero convinti che i soggetti più deboli debbano essere curati e assistiti con dignità, la città nel suo complesso deve fare uno sforzo per addivenire ad un patto sociale a garanzia e tutela di questi soggetti, dal quale scaturisca ciò che come Comunità riteniamo utile e dignitoso per loro.
Se affidare i servizi per bandi significa tener conto di questi criteri e di questi passaggi, sono certo faremo un passo avanti. Se viceversa, come nella prassi consolidata avviene, il bando si ridurrà alla mera ricerca di un minor costo per l’Amministrazione, allora non solo non risolveremo il problema ma lo aggraveremo inevitabilmente, abbassando il livello dei servizi e creando le condizioni per il ripetersi di episodi incresciosi come quelli riportati dalle cronache del momento. E a quel punto le nostre saranno solo lacrime di coccodrillo”.
Roberto Macrì
Presidente Fondazione Opera Santa Rita