C’è chi ne guarda i lati positivi, come le risorse per rendere attuabile l’autonomia scolastica; chi già pensa ai problemi che sorgeranno nella sua concreta messa in pratica. La riforma cosidetta della “Buona scuola” divide anche a Prato; anche adesso che ha ottenuto il sì definitivo alla Camera c’è chi, anche tra i dirigenti scolastici, non manca di sollevare obiezioni. Una su tutte riguarda proprio quelli che vengono definiti i “superpoteri” conferiti ai presidi.
“L’altro ieri – racconta la dirigente scolastica del Gramsci Keynes Grazia Maria Tempesti, da sempre fortemente scettica su diversi punti della riforma Renzi – un gruppo di genitori è venuto da me a chiedermi di togliere dall’organico di una classe un docente da sempre poco gradito. ‘Ora lei può farlo’, mi dicevano. Ma è chiaro che, per fortuna, non può essere così, noi presidi non possiamo prendere decisioni così arbitrarie”.
Altro problema, secondo Tempesti, riguarda il cosiddetto organico funzionale, ovvero i docenti messi a disposizione di ciascuna scuola per rilanciare l’autonomia scolastica e occuparsi dunque delle attività connesse con le diverse offerte formative dei singoli istituti. “Il rischio – evidenzia Tempesti – è che con il turn over degli insegnanti poi questi vengano riassorbiti negli organici ordinari e quindi i presidi si troveranno a dover far fronte alle aspettative dei genitori senza avere le risorse sufficienti”.
Tra gli ottimisti, invece, che confidano in una applicazione positiva e riuscita degli intenti della riforma, c’è l’assessore comunale all’Istruzione Mariagrazia Ciambellotti: proprio sull’organico funzionale sono risposte le sue aspettative maggiori: “A Prato – dice – abbiamo bisogno di insegnanti di musica e di lettere, ma anche di educazione fisica: tutte attività che possono favorire l’integrazione: ben vengano nuove risorse su questi punti”. E anche sulla figura del “preside sceriffo” nutre, più che dubbi, aspettative: “Abbiamo presidi che hanno capacità e risorse e che in questi anni sono stati frenati perché non avevano a disposizione risorse per l’autonomia. Certo, è giusto che ci siano regolamentazioni a tutela, ma io credo che sia una grande occasione per i presidi per esercitare il loro senso di responsabilità e di leader di una comunità scolastica”.
Lu. Pe.
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