Cafaggio, il comitato “In mezzo all’autostrada” deposita un esposto in Comune. E intanto cresce il timore per la costruzione della terza corsia


Poco meno di due anni fa avevano scelto la formula della petizione popolare: adesso tornano ad alzare la voce con un secondo – nuovo – atto formale. E’ stato depositato in Comune l’esposto sottoscritto dal comitato di residenti di Cafaggio per chiedere all’Ente gestore – ovvero Società Autostrade – la messa a norma degli impianti dell’A11 nel tratto confinante con le case della frazione.

Il “pomo della discordia” riguarda, al solito, l’installazione di barriere antinquinamento, impianti di mitigazione di cui, nel documento, si reclama l’assoluta necessità, soprattutto alla luce dell’elevata incidenza di malattie degenerative registrate nella zona. Una situazione che potrebbe persino peggiorare: Autostrade per l’Italia ha infatti inviato lettere ad alcuni cittadini per ottenere informazioni sui volumi abitativi delle residenze. Il primo passo, sottolinea il comitato, verso la costruzione della terza corsia autostradale.

“Questo fatto è molto preoccupante perché non dà risposte alle nostre esigenze e quindi viene meno la responsabilità ambientale e sociale che un ente del genere dovrebbe avere, vista l’infrastruttura – commenta Tommaso Chiti, portavoce del comitato -. E allo stesso tempo pone una problematica in più: quella della convivenza con questo potenziale ingrandimento”

Non solo la collocazione delle barriere fono-assorbenti: nell’esposto presentato, gli abitanti chiedono chiarimenti anche all’Amministrazione comunale. Gli interrogativi riguardano, in una prospettiva di più ampio respiro, l’alta concentrazione di attività inquinanti nell’area. Dall’autostrada alla tangenziale, dall’elettrodotto al depuratore: sono troppe – attaccano i rappresentanti – le infrastrutture di ogni genere a ridosso della circoscrizione Sud. Una minaccia costante per la salute della popolazione.

“Chiediamo al Comune che sia dalla nostra parte – rimarca Chiti – perché sappiamo che la competenza è dell’Ente gestore. Allo stesso però è necessario ripensare un po’ la situazione del traffico e l’impatto di certe attività e di certe arterie stradali e autostradali nella zona perché altrimenti è tutto concentrato nell’arco di un km quadrato”.

Giulia Ghizzani