E’ ancora presto per cantare vittoria o per parlare di dati definitivi, ma il saldo positivo del mercato del lavoro per i primi sei mesi del 2015 accende a Prato quella che il presidente della provincia Matteo Biffoni definisce “una candela in una stanza buia”.
Il confronto tra avviamenti e cessazioni dei contratti del lavoro nella nostra provincia, elaborato nel Report del primo semestre 2015 redatto dalla Provincia sulla base delle elaborazioni della FIL, fa finalmente registrare un dato significativo: 600 contratti in più – la differenza tra i 23759 avviamenti e le 23159 cessazioni – che confermano e stabilizzano l’andamento positivo già accennato timidamente nel primo trimestre di quest’anno. Per parlare con convinzione di ripresa occorrerà aspettare i dati del secondo semestre, e la speranza è vedere confermata la tendenza registrata fino qui.
Nello specifico, si parla di un aumento di contratti per i lavoratori italiani (+22% rispetto allo stesso semestre dello scorso anno per un totale di 2294 unità); mentre rallenta la dinamicità dei lavoratori immigrati: in particolare i cinesi, che in passato si collocavano ai posti più alti, si arrestano sul oggi +10% con (723 unità). Da notare anche il balzo in avanti dei contratti a tempo indeterminato (+ 21% con circa 2000 avviamenti); un risultato da attribuire anche alle politiche di defiscalizzazione contenute all’interno del Jobs Act. Altra nota positiva: la maggior parte dei nuovi contratti si sono registrati nel settore produttivo, in particolare proprio nel comparto tessile, confezioni e maglieria.
A faticare, ancora, sono i giovani: la fascia più in difficoltà si conferma quella tra i 25 e i 30 anni: per loro la percentuale di avviamenti è la più bassa rispetto ad altre fasce di età, anche se, più degli altri, beneficiano di avviamenti a tempo indeterminato.