Il postino, si dice, suona sempre due volte. Peccato che a Prato non sia proprio così: colpa della carenza di portalettere di Poste Italiane. Una situazione che sta creando non pochi problemi alla cittadinanza ma anche agli stessi lavoratori, costretti a operare in condizioni sempre precarie.
A oggi sono circa 60 gli addetti al recapito della corrispondenza per l’intero bacino pratese. Un numero ritenuto insufficiente per garantire la tenuta del servizio e la puntualità delle consegne in caso di assenza di una o più unità. Di qui, i disservizi e le lamentele che ne conseguono.
“E’ una cosa che ci troviamo a fare sistematicamente – sottolinea Paola Berti, postina -: quando un collega si ammala o è infortunato, gli altri portalettere si suddividono l’area di riferimento dell’addetto assente. Il problema è che non riusciamo, visto il numero del personale, a sopperire a questa carenza. Servirebbero almeno altre 10 unità di rinforzo allo staff”.
Altro capitolo dolente, quello delle lavorazioni interne che si occupano della preparazione del materiale in uscita e dello sportello di ritiro delle raccomandate non arrivate a destinazione. Gli impiegati – tutti concentrati nella sede di via Arcivescovo Martini – sono circa 25 ma il sindacato chiede di poter assumere altre 3 persone.
“Può sembrare un numero esiguo – spiega Marco Nocentini del sindacato Slp-Cisl per Firenze e Prato – ma non lo è affatto. Questi lavoratori sono fondamentali per l’intero sistema. Dal momento che si trovano ad operare in affanno, finiscono per consegnare all’ultimo minuto la posta ai portalettere che, a loro volta, escono in ritardo di quasi mezz’ora. I postini non ce la fanno a smistare tutto quanto durante il turno e la posta rimasta torna indietro, viene consegnata il giorno successivo o dopo alcuni giorni”.
“Talvolta succede che il cittadino a cui non è stata recapitata la raccomandata viene qui in sede con l’avviso di ritiro ma la raccomandata non c’è – ripete Michele Tancredi, portalettere -. Il motivo? Un disguido oppure, al solito, la carenza di personale: mancando gli addetti per il controllo dell’intera catena, la raccomandata non fa ritorno in ufficio nei tempi previsti. Col risultato che il cittadino si trova a fare i conti con questi spiacevoli disguidi”.
A complicare le cose, c’è infine l’arrivo delle ferie estive: la programmazione partirà il prossimo 15 giugno e si teme per le ricadute sull’utenza. In attesa di avere risposte dall’azienda – venerdì è in programma un incontro con i dirigenti d’area – si sommano le preoccupazioni.
“A oggi – conclude Nocentini – Poste Italiane non ha ancora assunto personale a tempo determinato che possa sopperire a questa mancanza per le ferie estive. Sicuramente i disservizi si faranno sentire e saranno in aumento”.
Giulia Ghizzani
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