8 Giugno 2015

Parrucchieri ed estetiste, a Prato una attività irregolare ogni due. Confartigianato lancia una campagna di informazione sui rischi


Parrucchieri ed estetiste: a Prato si conta una attività irregolare ogni due regolari. Un esercito di abusivi che lavora in casa o a domicilio e che mina la professionalità delle circa 700 imprese del settore benessere disseminate sul territorio.

Sono circa 2mila gli occupati in regola del comparto, per un volume d’affari che si aggira sui 30 milioni di euro. E’ per difendere questi numeri e soprattutto per sensibilizzare i cittadini sui rischi per la salute che Confartigianato Imprese Benessere lancia una campagna di informazione: da questa settimana inizierà la distribuzione di 2mila locandine nei negozi e 20mila brochure che serviranno a mettere in guardia i clienti dagli operatori improvvisati.

“E’ una campagna nata a Prato a cui hanno deciso di aderire anche tutte le altre realtà toscane – spiega Barbara Catani, presidente sezione acconciatori ed estetisti di Confartigianato -. Nel volantino gli utenti troveranno descritti tutti i rischi a cui si espongono affidandosi a un parrucchiere o a una estetista irregolare. Vogliamo fornire tutte le indicazioni precise, affinché il cliente capisca che non si tratta solo di un fattore economico, ovvero delle imposte che non vengono versate, ma che si sta parlando della sua salute, dei problemi in cui può incorrere, talvolta anche pesanti. Questo è l’ennesimo passo che facciamo – continua – e che si inserisce all’interno di un progetto più ampio che ci vede operativi da tempo su questo fronte”.

Un impegno che si traduce in un confronto costante con le forze dell’ordine – Guardia di Finanza e Polizia municipale – per portare alla luce le attività in nero. Servizi forniti spesso da personale non qualificato e a prezzi stracciati ma non rispondenti agli standard minimi di igiene e sicurezza.

“Le estetiste, ad esempio, hanno l’obbligo di utilizzare l’autoclave per sterilizzare gli strumenti – rimarca Valentina Ippolito, altra presidente della sezione acconciatori ed estetisti di Confartigianato -. Ovviamente tutto questo non avviene per chi lavora al di fuori delle norme previste”.

Eppure le soluzioni per uscire dall’irregolarità ci sono. Basti pensare al progetto della “cabina o poltrona in affitto” che sta prendendo campo anche in città. Un particolare contratto che permette a parrucchieri ed estetisti di ospitare nel proprio negozio un collega, consentendogli di esercitare la professione in cambio di un canone. Un modo per combattere l’abusivismo facendo squadra.

Giulia Ghizzani