Il Comune di Prato sta facendo una ricognizione del proprio patrimonio immobiliare per trovare una collocazione ad alcune decine di profughi nel caso in cui l’emergenza degli sbarchi dal Nord Africa dovesse accentuarsi nel corso dell’estate. Si tratterebbe di una modalità nuova di accoglienza, rispetto a quella adottata finora: accanto ai piccoli gruppi alloggiati in strutture gestite da cooperative e associazioni di volontariato, il Comune sarebbe coinvolto dunque direttamente nell’assistenza ai richiedenti asilo. Si tratta per il momento soltanto di un’ipotesi: a Prato e Provincia oggi ci sono 223 presenze; i posti disponibili – a fronte di due bandi della Prefettura – sono 325 e un terzo bando, pubblicato ieri e in scadenza tra un mese, cerca altre strutture per 150 posti complessivi. Se la gara andasse a buon fine, la capacità di accoglienza a Prato e provincia sarebbe dunque di 475 persone, la metà delle attuali presenze, anche se già nelle prossime settimane sono previsti una sessantina di nuovi arrivi.
L’individuazione di un immobile dismesso da parte del Comune, da adibire all’accoglienza dei profughi, resta l’ultima carta che la giunta Biffoni intende giocare per evitare la soluzione delle tendopoli. “Il territorio si sta mobilitando per trovare preventivamente soluzioni adeguate a temperare eventuali conflitti che possano derivare da un così ingente numero di richiedenti asilo – afferma il vicesindaco Simone Faggi -. Noi stiamo facendo una riflessione sul patrimonio comunale per verificare le condizioni di una sistemazione urgente e necessaria, nel caso in cui il Governo ci richieda un ulteriore sforzo. La Prefettura del resto ha fatto sapere che dal Governo arrivano richieste pressanti e quindi il numero dei richiedenti attualmente presenti sul territorio salirà. Attualmente siamo a circa 220 ospiti, una soglia inferiore alla quota prevista a inizio anno di 250 persone, ma ci stiamo attrezzando per trovare altri posti nel caso in cui sia necessario”
Un confronto sarà aperto anche con la nuova giunta regionale: “Noi siamo disponibili a fare la nostra parte, non ci tiriamo indietro e siamo convinti della giustezza del sistema di accoglienza condiviso. Siamo altresì consapevoli che un sistema del genere, almeno per quanto riguarda il nostro territorio, non può superare certi numeri perchè altrimenti diventa ingestibile. Ecco perchè oltre un certo numero sarà necessario trovare anche altri sistemi, rispettosi della dignità delle persone che devono essere accolte anche in strutture più grandi, che magari abbiano una capacità gestionale regionale. Penso a 4 o 5 punti sparsi in tutta la Regione (ex caserme o strutture dismesse, ndr) ed ecco perchè attendiamo con impazienza la costituzione della nuova giunta regionale per iniziare subito a dialogare con loro”.
Un altro problema potrebbe profilarsi nelle prossime settimane: nel caso in cui anche il Tribunale, al pari della Commissione Centrale per il riconoscimento, neghi lo status di rifugiato politico, lo straniero diventa di fatto irregolare. “E’ necessario aprire una riflessione con il Governo sulle modalità di un rimpatrio volontario assistito delle persone che vengono diniegate” afferma Faggi.
D.Z.
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