Emergenza profughi, non convince la soluzione di villa Filicaia. E il Comune boccia l’ipotesi tendopoli


Gli ultimi sei sono arrivati stanotte e sono stati sistemati nei centri di accoglienza predisposti dalla cooperativa Pane e Rose. Ma altri 18 profughi, nei prossimi giorni, faranno tappa a Prato e dovranno essere smistati nelle strutture del territorio provinciale.

Il distretto si prepara, come gli altri Comuni toscani, ad affrontare l’emergenza. A oggi sono 280 le persone in fuga da miseria e guerra che hanno trovato rifugio in città e nelle realtà vicine: ogni 100 profughi in arrivo in Toscana – fa sapere la Prefettura – a Prato spettano 7 migranti.

A livello regionale si parla di 400 nuovi possibili ingressi a stretto giro di posta: il numero dei profughi a cui dare risposte pare quindi destinato a salire e tra Comune e Prefettura tiene banco la discussione sull’ipotesi tendopoli. Una possibilità, secondo il prefetto Maria Laura Simonetti, da tenere in conto per affrontare qualunque tipo di evenienza ma che non piace affatto al sindaco e delegato Anci per l’Immigrazione Matteo Biffoni. Che difende a spada tratta il modello regionale dell’accoglienza diffusa.

“Le tendopoli non si fanno – spiega Biffoni -. Noi abbiamo lavorato perché questa eventualità non venga scongiurata ma non venga neppure presa in considerazione. Anche perché il COmune sta facendo la sua parte, è intenzionato a dare la massima disponibilità. Credo che in questo momento sia necessario anche rivolgersi a quei Comuni che questa mano non l’hanno ancora data, a livello toscano. E che tutto il sistema Paese sia pronto a rispondere in modo adeguato. Ma, ripeto, l’ipotesi tendopoli non è assolutamente in campo”.

Mentre prosegue la programmazione da parte della Prefettura – sono dieci le tende richieste al Ministero -, intanto spuntano due nuove destinazioni in provincia di Prato, individuate dalla Regione per fronteggiare la situazione. Da una parte, Villa Filicaia, di proprietà dell’Asl, dall’altra, Casa Cantoniera a Vaiano. Strutture considerate tecnicamente agibili ma che, viste le condizioni, sollevano non pochi dubbi. Per rendere agibile la prima, in particolare, servirebbero investimenti importanti. Del resto, 10 anni di inutilizzo non passano inosservati. “Faremo dei sopralluoghi e valuteremo”, concludono dalla Prefettura.

Giulia Ghizzani

 

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