A Prato l’imprenditoria femminile cresce più che in altre realtà toscane: nel primo trimestre del 2015, le aziende in rosa hanno fatto registrare un +2,5%, record a livello regionale. A dirlo è l’indagine dell’Osservatorio sulle Imprese Femminili promossa da Unioncamere Toscana.
A oggi sono quasi 7.900 le imprese gestite da donne che operano nel territorio di Prato, quasi un quarto del totale. Un bacino in espansione su cui Banca Credito Cooperativo di Area Pratese ha deciso di investire, aderendo al Protocollo ministeriale promosso per favorire l’accesso al credito delle imprese femminili o per supportare le libere professioniste durante l’attività lavorativa.
Il fondo specifico, messo a disposizione dall’istituto di credito, ammonta a 500mila euro. Risorse che serviranno per concedere di finanziamenti a condizioni competititve.
“Questo protocollo – sottolinea il direttore generale della BCC Area Pratese Mauro Focardi Olmi – si basa su tre tipologie di credito: uno riguarda gli investimenti, uno le start up e un altro per finanziamenti rivolti alle aziende con problemi di liquidità. Una particolarità di questo protocollo è che prevede anche la possibilità, per una sola volta, di sospendere il finanziamento in particolari casi come la maternità o per problemi di salute”.
L’accordo è stato raggiunto anche grazie all’impegno del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio che accoglie con soddisfazione i segnali che arrivano dal settore produttivo. Secondo le rilevazioni, le nuove manager decidono di buttarsi a capofitto soprattutto in attività di ristorazione o legate al turismo, ma non mancano neppure i progetti in campo manifatturiero.
“In questo momento di difficoltà economica le donne sono le prime che, purtroppo, rimangono a casa – rimarca la presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile, Veronica Scopelliti -. Le lavoratrici hanno veramente voglia di mettersi in gioco, di far vedere cosa sono in grado di fare. Questa formula mi sembra quindi un incentivo forte per avvicinare tutte quante, anche le più giovani, al sistema imprenditoriale”.
Giulia Ghizzani