Estendere il servizio di “Pronto badante”, quanto prima, anche a Prato. E’ la richiesta di Ilaria Bugetti, candidata PD in Consiglio regionale, che chiede alla Regione di replicare il progetto, già attivato su Firenze ed Empoli, a livello locale.
Il servizio – ideato dall’assessore e vicepresidente regionale Stefania Saccardi – è stato avviato in via sperimentale nel marzo 2015 in alcune zone del capoluogo toscano e in altre realtà dell’empolese, facendo registrare un boom di consensi. Si tratta di un numero verde a cui i cittadini possono rivolgersi per avere un primo contatto con la rete assitenziale: dopo il confronto con un operatore specializzato, alla persona anziana viene erogato un buono lavoro di 300 euro per coprire fino a un massimo di 30 ore di lavoro occasionale regolare di un assistente familiare, per le prime necessità.
“Sanità e sociale sono i due fronti su cui dobbiamo intervenire con urgenza e per i quali dobbiamo batterci di più – spiega la candidata del PD -. A Prato sono circa 1000 le badanti regolari in attività presso famiglie e anziani. Credo che questo servizio, riproposto in città, potrebbe essere di supporto a tantissime famiglie che hanno bisogno di questo tipo specifico, e delicato, di assistenza. Servizio sperimentale – prosegue – vuol dire che, se funziona, va esportato: facciamoci sentire su questo punto perché la Regione abbia ben presente le necessità di tutti e intervenga con equità. Prato su questi capitoli deve ottenere quello che finora è stato solo promesso”.
Un valido strumento, insomma, in grado non solo di abbattere le difficoltà di accesso dell’utenza ma anche di contribuire a far emergere il lavoro nero nel settore dell’assistenza familiare.
Il progetto “Pronto badante” è, tuttavia, solo un primo passo verso un piano – necessario – di riequilibrio e rafforzamento del comparto socio-sanitario pratese. Sono tanti, troppi, ancora i gap che il distretto è costretto, quotidianamente, a scontare.
“La priorità per Prato è rappresentata dalle cento quote aggiuntive per le Rsa – rimarca Bugetti – a cui devono sommarsi gli interventi per l’ampliamento del pronto soccorso del nuovo ospedale Santo Stefano. E poi, più presidi sanitari sul territorio e la costruzione di almeno 4 Case della Salute fra Prato, Montemurlo, la zona del Montalbano e la Valbisenzio. Devono inoltre essere aumentati i posti letto per le cosiddette dimissioni difficili (attualmente se ne contano 20 a Villa Fiorita e 12 all’ospedale Santo Stefano, ndr) ed è fondamentale che i famosi tre milioni di euro promessi da Marroni per Prato arrivino, in fretta, al netto del milione e 200mila euro che è servito per finanziare i controlli degli ispettori del lavoro nelle fabbriche dormitorio”.
Giulia Ghizzani
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