E’ cominciata all’alba l’operazione della guardia di finanza di Prato, denominata Passepartout, per il contrasto dell’immigrazione clandestina. L’indagine, ordinata dal sostituto procuratore Antonio Sangermano, riguarda un gruppo criminale italo-cinese che, attraverso la complicità di consulenti del lavoro italiani, creava false documentazioni su rapporti di lavoro inesistenti per consentire il rinnovo di permessi di soggiorno a cittadini cinesi. Le perquisizioni sono state svolte in varie regioni. 212 gli indagati.
L’indagine è il proseguimento dell’inchiesta “False Residenze”, risalente al 2013, nel corso della quale fu scoperta e smantellata un’associazione a delinquere che, grazie alla complicità di un pubblico ufficiale e al pagamento di tangenti, iscriveva irregolarmente cittadini cinesi nelle liste anagrafiche del Comune di Prato.
L’operazione “Passepartout” ha messo in luce l’esistenza di un sodalizio criminale, integrato da 13 persone, tra cui anche imprenditori cinesi e 2 consulenti del lavoro italiani che, coordinati da un cinese, mettevano a disposizione dei richiedenti buste paga, CUD e dichiarazioni di ospitalità artefatti per ottenere il permesso di soggiorno. Le false documentazioni prevedevano anche un tariffario: 100 Euro per una busta paga, 400 Euro per un CUD e 200 Euro per una dichiarazioni di ospitalità.
Gli accertamenti delle Fiamme Gialle hanno consentito di scoprire anche imprese totalmente inesistenti ma necessarie per la produzione dei documenti falsi. In un caso è stata anche rinvenuta una scrittura privata, in cinese ,con cui veniva stabilito un compenso annuo di 4.500 Euro per un prestanome che poi assumeva fittiziamente la titolarità di un’azienda.
Nel corso di una perquisizione condotta in un’abitazione a Prato un cinese, per sfuggire al controllo, si è gettato dal primo piano riportando fratture alle gambe.
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