Nuova pista di Peretola, Cenni (Passione per la Toscana): “Cementificazione inutile. Ripercussioni anche su autostrade e ferrovie regionali”


“La nuova pista? Un inutile progetto di cementificazione che stravolgerà l’intero sistema della mobilità regionale. Per rispondere alle esigenze del nuovo scalo fiorentino le vie di comunicazione regionali dovranno assorbire il flusso di oltre 4 milioni di passeggeri l’anno, con pesanti ripercussioni anche su autostrade e ferrovie”.

Ne è convinto il candidato al Consiglio regionale per la lista civica Passione per la Toscana Roberto Cenni, che a seguito del dibattito sul PIT – il Piano del paesaggio e gestione del territorio – tenutosi ieri sera al comitato elettorale di Passione per la Toscana, interviene in merito alla pubblicazione delle osservazioni del Comune per lo studio di impatto ambientale della nuova pista di Peretola.

Questo l’intervento integrale di Roberto Cenni:

“Il primo aspetto che balza agli occhi è che in Consiglio comunale il sindaco Biffoni annunciò con grande soddisfazione che dallo studio di impatto ambientale proposto da ENAC risultava che Prato non avrebbe subito nessuna conseguenza dal nuovo aeroporto e che paradossalmente la pista da 2400 metri era meno inquinante di quella da 2000.

Adesso si capisce il perché. Prato sotto tutti i profili di analisi, ambientali, sanitari, di mobilità non è stata assolutamente presa in considerazione nello studio!

Analisi condizionata comunque da un problema di fondo, ovvero che la maggioranza delle quote dell’aeroporto sono detenute da un investitore straniero in virtù della vendita fatta a suo tempo dalla regione. Ed è proprio sotto questo aspetto che si manifesta la contraddizione: colui che sottopone le analisi necessarie per approvare l’infrastruttura è lo stesso soggetto che dall’aeroporto trarrà i benefici, anziché essere una tutela che la amministrazioni pubbliche dovrebbero prendere nei confronti dei cittadini.

Nonostante lo studio rimangono non soddisfatte molte domande. In primo luogo non viene condotto uno studio sanitario sul territorio e la popolazione pratesi, ed in secondo luogo la pista proposta risulta essere di 2400 metri quando per i vincoli del PIT si prevedeva di 2000 metri.

Per realizzare la pista si ipotizza la movimentazione di 2 milioni di mc di terreno di cui 1 che verrà riutilizzato per rialzare il piano di posa della pista e un altro che non è dato sapere che fine farà. Mi ricordo come una decina di anni fa l’aeroporto rimase chiuso per molto tempo proprio a causa del cedimento del terreno al di sotto del nastro di asfalto, ed alla luce del nuovo progetto si presume che per dare stabilità alla pista dovrà essere realizzata una palificata sulla quale poi poggiare la pista stessa. Per non parlare di che tipo di materiale geologico sarà estratto, essendo la piana di origine alluvionale e caratterizzata dalla presenza di terre di riporto.

Oltre alla cementificazione per la nuova pista e le strutture dell’aerostazione, si avrà ulteriore scempio del territorio per il sistema della mobilità a servizio dell’aeroporto che comporterà uno stravolgimento generale delle vie di comunicazione regionali che dovranno assorbire il flusso di oltre 4 milioni di passeggeri l’anno. Per questo oltre al deleterio impatto ecologico, subiranno enormi modiche le autostrade e le ferrovie della Toscana. Non si domandano Rossi e Renzi che le nuove vie di comunicazione avrebbero potuto essere utilizzate per raggiungere l’aeroporto di Pisa, che è già esistente e con le carte in regola per diventare un hub intercontinentale. È questo il classico esempio della realizzazione delle opere pubbliche italiane dove da un preventivo di mille si finisce sempre con un consuntivo di diecimila, dove per un bisogno di pochi si stravolge un territorio, scegliendo sempre le soluzioni più complesse per spendere di più e per nuocere alla salute dei cittadini.

Alla fine della serata, parlando di scelte sbagliate operate dalla Regione Toscana, il discorso non poteva non cadere sulla sanità e sul nuovo ospedale di Prato. Ed immancabilmente sono riecheggiate le offese rivolte ai pratesi dal presidente Enrico Rossi che pretende di far passare per un gioiello sanitario l’ospedale Santo Stefano, quando invece è sotto gli occhi di tutti l’insufficienza della struttura e del sistema ad intensità di cura.

Mi auguro che l’insufficienza sia assegnata come voto a Rossi e che i toscani il 31 maggio sappiano prendere la giusta decisione”.

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