La Fondazione Cassa di Risparmio di Prato è più povera di 3 milioni e 754mila euro. Colpa della svalutazione delle azioni della Banca Popolare di Vicenza: un deprezzamento che non ha risparmiato neppure l’istituto di via degli Alberti.
Ad evidenziare l’effetto a cascata dell’operazione targata BpVi è il bilancio 2014, che ha ricevuto l’ok del Consiglio d’indirizzo lo scorso 29 aprile e che è adesso visibile sul sito web della Fondazione. Un rendiconto che prova a tenere duro, nonostante le difficoltà attuali: il bilancio presenta infatti un avanzo di gestione di quasi 3mila e 476 euro, registrato a seguito del via libera a finanziamenti per un importo pari a 1 milione e 877mila euro. Da segnalare, anche i 592mila euro circa di accantonamenti, oltre alle risorse convogliate sul fondo per il volontariato per quasi 79mila euro e i fondi per attività d’istituto per 309mila euro totali.
Il patrimonio netto della Fondazione segna quindi quota 89 milioni di euro: un valore che avrebbe potuto essere ben più alto se non avesse dovuto fare i conti col deprezzamento, appunto, dei titoli della Popolare di Vicenza. Gli sforzi della Fondazione per ammortizzare la contrazione però ci sono stati. A cominciare dalla volontà di stringere la cinghia attorno ai compensi e ai rimborsi degli organi statutari, passati da 190mila a 149mila euro.
Contenere i costi ma mantenere professionalità e operatività: questa la strategia di lungo periodo intrapresa dall’istituto. Che non dimentica i giovani. “La Fondazione – si legge in una nota – continuerà ad essere impegnata nel sostegno ad uno sviluppo economico e sociale del territorio che sappia mettere al centro l’uomo”.
Intanto, però, nelle casse della Fondazione ci sono quasi 4 milioni di euro in meno.
Giulia Ghizzani